Genova, 8 ott. (askanews) – Dopo anni di attese e progettazioni, arriva il via libera ufficiale al progetto di difesa costiera di Sturla, il più importante intervento di riqualificazione del litorale genovese degli ultimi decenni.
Il piano, approvato dalla Conferenza dei Servizi e adottato in queste ore dal Comune di Genova, prevede la costruzione di un pennello di 70 metri, un reef artificiale sommerso e un ampio ripascimento della spiaggia. L’obiettivo è duplice: proteggere la costa dall’erosione e, al tempo stesso, favorire la formazione di onde adatte alla pratica del surf.L’intervento, dal valore complessivo di circa 9 milioni di euro, sarà realizzato in due lotti da 180 giorni ciascuno, per un totale di circa un anno di lavori.
Il progetto prevede l’apporto di circa 16mila metri cubi di sabbia, che consentiranno alla linea di riva di avanzare di circa 60 metri rispetto all’attuale configurazione. Si tratta di un’opera strategica per la sicurezza, l’attrattività e la resilienza ambientale della grande spiaggia urbana di Sturla, una delle più frequentate del Levante genovese.
Elemento distintivo del piano è la realizzazione del reef artificiale triangolare, una piattaforma dissipativa che sarà posata a una profondità minima di un metro, con il vertice rivolto verso il mare aperto.La struttura avrà una duplice funzione: ridurre l’azione erosiva delle onde, attenuando la risalita dell’acqua verso gli edifici e le infrastrutture costiere; modellare il profilo dell’onda, rendendola più ripida e surfabile, trasformando così Sturla in un nuovo punto di riferimento per il surfing nel Mediterraneo.
L’intervento integra quindi esigenze di protezione ambientale, valorizzazione sportiva e sviluppo turistico sostenibile, secondo un approccio ispirato alle Nature-Based Solutions (NBS), soluzioni basate sulla natura già sperimentate con successo in altri contesti europei.
Alla luce dell’approvazione, sono state fissate numerose prescrizioni tecniche e ambientali.La Capitaneria di Porto ha imposto una regolamentazione temporanea della navigazione durante i lavori e la predisposizione di segnalamenti marittimi adeguati sul pennello una volta ultimato.La Regione Liguria, dal canto suo, ha richiesto un monitoraggio ambientale ante-operam e al termine di ogni lotto, nonché la massima tutela della Posidonia oceanica presente nelle aree limitrofe.Durante il ripascimento, le operazioni dovranno essere immediatamente sospese se la torbidità delle acque dovesse superare i 100 metri dall’area di lavoro.Nel caso venga utilizzato materiale di cava invece dello smarino del Bisagno, sarà necessario il parere vincolante di ARPAL, con un limite massimo di pelite al 5% per garantire la compatibilità ecologica.
Per chi da anni lavora sul territorio, come il Consorzio Genova Ocean Agorà, l’approvazione del progetto rappresenta un punto di svolta.”L’idea di un reef artificiale a Sturla nasce dal basso, da anni di confronto tra cittadini, tecnici, sportivi e ricercatori”, spiega Nicolò Di Tullio, ideatore del progetto e presidente del Consorzio.Abbiamo sempre creduto che la crisi dell’erosione costiera potesse diventare un’occasione di rinascita, capace di tenere insieme ambiente, economia e socialità. Oggi quel sogno si sta concretizzando».
Il Consorzio Genova Ocean Agorà, che riunisce oltre 35 enti tra realtà culturali, sportive e ambientali, ha contribuito a costruire nel tempo una cultura condivisa del mare: con laboratori, attività educative, iniziative di citizen science e progetti di innovazione costiera. Tra questi, “GOA: Giovani che Attivano”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, ha coinvolto decine di giovani genovesi in percorsi di formazione e partecipazione attiva sui temi del mare e della sostenibilità. Genova laboratorio di innovazione blu.
Con l’avvio dei lavori a Sturla, Genova si prepara a diventare un laboratorio di innovazione blu: un luogo dove la protezione della costa e lo sviluppo sportivo e turistico si intrecciano in un modello replicabile lungo tutto il litorale ligure. Il reef di Sturla sarà il primo nel suo genere in Liguria e uno dei pochi nel Mediterraneo, dopo il progetto di Ventimiglia, già in fase di collaudo.
«Questo intervento conclude Di Tullio non è solo un’opera di difesa, ma un segnale di speranza. Significa che possiamo proteggere le nostre coste e, allo stesso tempo, restituire alla città un rapporto nuovo con il mare, fatto di conoscenza, rispetto e partecipazione».