Il 25 luglio 1980 usciva il disco dedicato alla memoria di Bon Scott, il cantante della band australiana morto pochi mesi prima: dieci canzoni perfette, più di 50 milioni di…, Back in Black nasce in una notte d’inverno. È il 18 febbraio del 1980 e Bon Scott, 33 anni, cantante degli australiani Ac / Dc, decide che quella sera a Londra nessuno lo distoglierà da un binge drinking: bere, più velocemente possibile, tutto l’alcol che si è in grado di ingerire. Dopo essere uscito da un locale di Camden perde i sensi nella sua Renault 5. L’amico che è con lui lo lascia in macchina, crede stia dormendo. La mattina successiva la corsa in ospedale è inutile. Al medico del King’s College Hospital non resta che registra il decesso del cantante. La sua band e tutto il mondo del rock è sconvolto. Per Angus Young, chitarrista e mente degli Ac / Dc, la storia della band può finire lì. Punto. E invece. Dopo i funerali e la cremazione di Scott, il gruppo decide che per l’amico perduto esiste solo una possibile celebrazione: un album che non solo sia dedicato alla sua memoria, ma che sia costruito intorno al senso di perdita. Qualcosa di scuro per canalizzare la rabbia, il dolore e l’incredulità in cui la band ei fan sembrano galleggiare. Dopo pochi provini viene reclutato come nuovo cantante l’inglese di origini italiane Brian Johnson. E per le registrazioni gli australiani si spostano alle Bahamas. Ma non c’è niente di idilliaco: per le sette settimane delle registrazioni le isole sono spazzate da tempeste tropicali. Cui si aggiungono i problemi tecnici: lo studio in cui sono non all’altezza della band e le attrezzature arrivano in ritardo. Insomma, sembra destino: tutto sembra concorrere per far sì che il settimo album in studio degli Ac / Dc sia un mezzo passo falso, un fallimento. Usa, gli AC / DC rinviano il tour: Brian Johnson rischia di perdere l’udito Gli AC / DC hanno rinviato le rimanenti dieci date americane del loro tour, Continua a leggere su : La Repubblica
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