Dom 28 Settembre 2025
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Argea tra vino biosimbiotico, ecodesign e bilancio di sostenibilità

AttualitàArgea tra vino biosimbiotico, ecodesign e bilancio di sostenibilità

Milano, 24 set. (askanews) – La sostenibilità e l’innovazione nel settore vitivinicolo sono state al centro di “Habitat”, terzo appuntamento promosso da Argea, uno dei principali gruppi vitivinicoli italiani, andato in scena il 23 ottobre al Radisson Hotel Collection di Milano. La tavola rotonda è stata moderata dal giornalista Giorgio Dell’Orefice e ha visto la partecipazione di Daniele Colombo, wine & spirits category manager di Esselunga, Alessandro Rossi, national category manager wine di Partesa, Matteo Basinotti, amministratore delegato di M2X Fortis, e per Argea Michael Isnardi, Qhse & sustainability director, Giacomo Tarquini, group marketing director e Scipione Giuliani, direttore acquisti vino & Ops Romagna. Al centro del dibattito, l’ecodesign come approccio innovativo per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, dalla progettazione del packaging fino al contenuto della bottiglia. Si è sottolineato come scelte su tappo, vetro ed etichetta possano portare a una produzione più sostenibile, con benefici che interessano l’intera filiera.

“Come azienda leader del vino in Italia, che esporta la maggior parte della propria produzione nel mondo, sentiamo la responsabilità di guidare il settore verso un futuro più sostenibile” ha commentato l’Ad di Argea, Massimo Romani, spiegando che “le nuove generazioni di consumatori, sempre più attente all’impatto ambientale e sociale, ci chiedono autenticità e impegno concreto: i risultati raggiunti dimostrano che competitività e responsabilità possono convivere, creando valore per l’azienda, per i territori e per il mercato globale”.

In questa occasione è stato presentato il nuovo “Gualdo di Poderi dal Nespoli”, primo vino dell’azienda certificato biosimbiotico, prodotto in 10mila bottiglie. Un progetto che unisce viticoltura rigenerativa, valorizzazione del territorio e packaging sostenibile: capsula, tappo, etichetta e bottiglia sono stati progettati per ridurre l’impatto ambientale, con un alleggerimento del vetro del 16% rispetto agli standard e un potenziale risparmio annuo di oltre 460 t. se applicato alle 7,7 mln di bottiglie bordolesi Uvag utilizzate nel 2024 dal gruppo.

L’agricoltura biosimbiotica integra i principi del biologico con l’inoculo nel terreno di microrganismi vivi che vivono in simbiosi con le radici della vite. Questo rafforza la pianta, migliora l’assorbimento dei nutrienti, incrementa la biodiversità del suolo e accresce la capacità di resistenza agli stress idrici e climatici. Il progetto è stato selezionato come caso di studio nell’ambito di un progetto Prin guidato dall’Università di Chieti-Pescara per misurare l’impatto dell’ecodesign nella filiera vitivinicola.

“Con l’agricoltura biosimbiotica Argea introduce in vigna un metodo innovativo che unisce i principi del biologico alla simbiosi naturale tra radici della vite e microrganismi del suolo” ha detto Giuliani, rimarcando che “grazie alle micorrize e ai complessi microbici, le piante sviluppano un apparato radicale più profondo e resistente, capace di assorbire meglio i nutrienti e di reagire a stress climatici e patogeni. È una pratica rigenerativa che non solo rafforza la vitalità del terreno, ma ci consente di valorizzare i territori e di offrire vini certificati biosimbiotici”.

“Habitat” ha inoltre evidenziato l’attenzione dei consumatori, soprattutto giovani, verso valori ambientali e sociali. Colombo ha osservato che “nella Gdo la sostenibilità è un tema complesso da quantificare, perché non esiste una categoria dedicata ai ‘prodotti sostenibili’ e gran parte del valore si genera a monte, nella fase produttiva. Per rendere percepibile il valore della sostenibilità serve un impegno condiviso lungo tutta la filiera”. Per Rossi “oggi la sostenibilità del vino non è più un dettaglio ma un criterio che potrebbe cambiare il mondo della ristorazione. Sempre più ristoranti scelgono vini biologici, biodinamici o certificati, bottiglie leggere o formati alternativi che riducono costi e impatto ambientale. Ma serve comunicazione – ha chiosato – non bastano tecnicismi, occorre un linguaggio semplice, emozionale e trasparente”.

Basinotti ha evidenziato che “con Fortis Vini Organic abbiamo voluto portare sul mercato un tappo tecnicamente perfetto e rispettoso dell’ambiente. La certificazione “Ok Biobased 4 stelle” ottenuta da Tuv Austria testimonia che il prodotto è composto per oltre l’85% da materia di origine organica”. “In Argea la sostenibilità è l’approccio stesso del nostro modello di business” ha dichiarato Isnardi, concludendo che “dopo avere lavorato al percorso di sostenibilità aziendale ora ci stiamo spingendo sulla progettazione dei nuovi prodotti, che coinvolge l’intera filiera, promuovendo collaborazione e generando valore condiviso”.

Nel corso dell’incontro Argea ha presentato anche il Report di sostenibilità 2024, che evidenzia risultati su quattro direttrici: filiera, terra, persone e direzione. L’86% dei fornitori di vino risulta qualificato Esg (65% nel 2023) e oltre il 60% del vino acquistato passa dal Patto di sostenibilità della filiera, che oggi coinvolge 26 cantine. È stato inoltre comunicato che l’azienda ha acquistato il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili, ridotto i consumi del 7,3% in un anno e aderito alla Science Based Targets initiative per validare obiettivi di decarbonizzazione a breve termine e net zero al 2050. Sul fronte delle risorse umane, il numero di infortuni si è quasi dimezzato, con indici al di sotto dei target, mentre le ore di formazione sono state oltre 5.600, di cui circa la metà dedicate a salute e sicurezza. Quanto al packaging, il tasso di riciclo ha raggiunto il 70% per le bottiglie, il 40% per i cartoni e il 50% per i tappi. Con l’adozione degli standard europei Esrs, Argea si colloca tra le prime aziende italiane del vino a operare in linea con la Corporate Sustainability Reporting Directive.

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