Sab 02 Novembre 2024
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Banksy rubato al Bataclan e ritrovato in Italia, arrestati nove presunti ladri

Notizie dal webBanksy rubato al Bataclan e ritrovato in Italia, arrestati nove presunti ladri

Bloccati dalla polizia francese poco lontano dal confine italiano, PARIGI. Svolta parigina sul furto del prezioso graffito di Banksy, la “Ragazza in lutto” disegnata su una porta d’emergenza del Bataclan e dedicata alle 90 vittime dell’attento terroristico del 2015. L’opera, rubata un anno fa dal teatro di Parigi, (4 anni prima teatro del sanguinoso attentato) e nascosta per quasi sei mesi a Sant’Omero, (Teramo) in un casolare lungo una strada di passaggio dove, secondo le ipotesi investigative, dovevano avvenire le visite di eventuali compratori, anche arabi, e il perfezionamento della vendita con il trasferimento poi verso il paese dell’acquirente. Nei giorni scorsi la polizia francese ha arrestato nove cittadini magrebini che secondo l’accusa sarebbe in qualche modo collegato al connazionale che lo scorso anno avrebbe portato l’opera in Italia lasciandola nella custodia all’imprenditore di Tortoreto (Teramo) titolare di un B&B che , nelle scorse settimane, di fatto l’ha spostata nel casolare a Sant’Omero, dove è stata ritrovata dai Carabinieri di Alba Adriatica (Teramo) assieme alla polizia francese. Ritrovato il Banksy dedicato alle vittime del Bataclan: rubato dal locale parigino era finito in Italia Sugli arresti, le autorità francesi mantengono il massimo riserbo. Il filone italiano, portato avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila su indicazione della stessa magistratura d’oltralpe è praticamente chiuso con la denuncia in stato di libertà per ricettazione anche di un mediatore, un 60enne di Giulianova (Teramo), oltre allo stesso titolare del B&B tutti già ascoltati dall’Autorità giudiziaria. L’imprenditore teramano si è difeso sostenendo che non conosceva il valore dell’opera e che si è limitato a fare una cortesia al magrebino che spesso alloggiava nella sua struttura nella custodia degli oggetti, questa sua tesi. Gli investigatori però sono convinti che il casolare scelto per occultare l’opera non sia stato scelto a caso. Probabilmente era lì in attesa di essere visionata da un collezionista o mercante d’arte. Al momento esclusa la pista terroristica., Continua a leggere su: Lastampa.it

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