Milano, 24 ott. (askanews) – Bmw ha presentato ai gestori di flotte nuovi modelli che possono utilizzare l’Hvo100 o olio vegetale idrogenato ottenuto da materie prime rinnovabili, alternativo al diesel, e in grado di ridurre le emissioni fino al 90% fra produzione e utilizzo. La presentazione avvenuta ai Fleet Motor Days in Lussemburgo, arriva in scia all’apertura della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen all’utilizzo di biocarburanti ed e-fuels nella lettera al Consiglio Ue sulla competitività. Grazie a una nuova tecnologia sviluppata da Bmw Group è possibile certificare che tutti i veicoli diesel di una flotta aziendale utilizzino esclusivamente HVO100, aprendo la strada all’impiego nelle flotte. Bmw ha già siglato i primi accordi contrattuali con operatori di grandi flotte diesel in Germania e Italia. Le flotte pilota, insieme alla flotta interna del gruppo Bmw, serviranno per raccogliere dati.
“I clienti fleet rappresentano un segmento strategico per le vendite in Europa e, al tempo stesso, il diesel continua a essere una soluzione valida per molte flotte aziendali. L’uso di HVO100 consente di ridurre in modo efficace le emissioni di CO2 e può quindi aiutare i nostri clienti fleet a ridurre concretamente la propria impronta”, spiega Bernhard Kuhnt, responsabile delle vendite in Europa di Bmw.
Per accelerare la diffusione dei carburanti rinnovabili sul mercato, il gruppo Bmw chiede una piena e tempestiva attuazione della Renewable Energy Directive (Red III), che preveda quote nazionali capaci di garantire una riduzione di almeno il 30% delle emissioni di gas serra generate dai carburanti, da recepire nella legislazione nazionale entro il 2025.
“Per noi è fondamentale che ogni misura volta alla riduzione delle emissioni di CO2 venga considerata lungo l’intero ciclo di vita del veicolo”, dichiara Thomas Becker, Head of Policy, External Relations and Sustainability di Bmw. “Ciò comprende anche l’uso di carburanti rinnovabili, in particolare per i veicoli alimentati con carburanti CO2 neutri (Cnf), che devono essere formalmente riconosciuti nella normativa Ue sulle flotte aziendali. Le tecnologie sono già disponibili: ciò che serve ora è una regolamentazione pragmatica e rapidamente attuabile, che consenta alle aziende di svilupparle renderle accessibili sul mercato”.



