Roma, 12 ott. (askanews) – Tallinn, missione compiuta. L’Italia di Gennaro Gattuso espugna la Le Coq Arena battendo 3-1 l’Estonia e consolida il secondo posto nel gruppo I delle qualificazioni mondiali. Una vittoria solida, non priva di sbavature, ma costruita con personalità e con quell’intensità che il nuovo ct azzurro pretende da ogni suo giocatore. Chiamata a rispondere al successo rotondo della Norvegia contro Israele, l’Italia ha indirizzato subito la partita con un avvio furioso e un gol al 5′ di Kean, salvo poi dover gestire la prevedibile fase di sofferenza e un finale meno brillante, macchiato solo dal pasticcio Donnarumma-Sappinen.
L’Italia parte con un 4-4-2 molto più liquido di quanto dica la lavagna tattica. Orsolini e Raspadori si muovono come esterni d’attacco più che da centrocampisti, dando all’impianto di Gattuso l’aspetto di un 4-2-4 a trazione anteriore. Il segnale è chiaro: cercare subito il vantaggio, e magari una “pioggia di reti”, come aveva chiesto alla vigilia il ct. E così succede: dopo appena cinque minuti, Dimarco innesca Kean, che rientra sul destro e batte Hein. È l’inizio ideale, ma anche la fine precoce del suo match: l’attaccante della Fiorentina è costretto a uscire al 15′ per una distorsione alla caviglia.
Nonostante l’imprevisto, l’Italia continua a spingere. Retegui si guadagna un rigore al 30′, ma Hein lo ipnotizza, aiutato dal palo. L’attaccante non si abbatte e poco dopo, al 38′, firma il raddoppio su assist di Orsolini: un’azione costruita con geometrie e aggressività, marchio di fabbrica della gestione Gattuso.
All’intervallo il 2-0 fotografa bene la supremazia azzurra. Ma la ripresa mostra un volto diverso: meno lucidità, più gestione. “L’importante è creare, poi ci sta che si possano sbagliare gol o rigori”, dirà poi Gattuso. Parole che raccontano la filosofia del nuovo corso: meno ansia da prestazione, più fiducia nei propri mezzi.
Raspadori sfiora il tris, ma Hein si supera ancora. Poi è Spinazzola, entrato nella ripresa, a confezionare l’assist per il 3-0 di Pio Esposito al 74′. Il giovane interista conferma l’impressione lasciata al debutto: intensità feroce, zero paura. “Pio si merita tutto – ha detto Gattuso – quando vedi un ragazzo di quest’età andare su ogni pallone come se fosse quello della vita, capisci che è speciale. Ha educazione, rispetto e una testa che non perde mai lucidità. Ora sta a noi aiutarlo a crescere”.