L’ex viceministro e l’associazione di nuovo ai ferri corti. Il leader di Azione: «Bilanci non aggiornati, silenzio sui contributi pubblici, troppe zone d’ombra», Lo scontro di Redazione Economia07 lug 2020 «Molte zone d’ombra, tutti i quali il Codacons dovrebbero rispondere pubblicamente se vuole essere fedele al principio di trasparenza, non solo che promette ma che minaccia di far rispettare». Scoppia (di nuovo) la guerra del Codacons. A scatenarla è Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico nei governi guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni e attuale leader di Azione. Calenda ha postato un video attraverso i canali social di Action, il movimento politico che dirige, annunciando un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico Patuanelli. A suo dire ci sarebbe molte «zone d’ombra» nell’attività dell’associazione dei bambini fondata dall’avvocato salernitano Carlo Rienzi. E perciò Calenda pone una serie di domande tanto al ministro quanto allo stesso Codacons. Questioni che vanno dai proventi ricevuti dall’associazione ai contributi pubblici «non dichiarati» fino ai bilanci non aggiornati ai rapporti con Mps o Autostrade per l’Italia. Emerge, a dire di Calenda, un quadro «inquietante», che merita risposte non solo dal Codacons, ma anche dal governo. Il politico ha incassato il sostegno di Fedez, che in una serie di Storie su Instagram ha applaudito la sua iniziativa: «Finalmente qualcuno se ne occupa». Lo scontro e le questioni aperte «Come promesso – recita Calenda nel video – abbiamo fatto un’attenta analisi del Codacons. Come funziona, quanto è trasparente, come si finanzia, quali contributi pubblici prende, perché li prende nonostante dica il contrario, con quali imprese si relaziona e che obiettivi persegue ». Un crescendo che arriva a toccare questioni più consistenti: «Perché, come ha scritto il Fatto Quotidiano, nel 2018 ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo nel processo agli ex dirigenti del Monte dei Paschi di Siena?», Chiede Calenda, evidenziando che nello stesso periodo la banca «ha firmato una transazione da 732 mila euro con lo stesso Codacons?»., Continua a leggere su: Corriere.it
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