Roma, 25 ott. (askanews) – In Italia “c’è l’esigenza di un piano casa per la fascia media, che alla fine è il 90-95% della popolazione e che con gli attuali costi di costruzione, di acquisto di suolo e di gravami” non riesce a trovare sul mercato immobili a prezzi accessibili. Lo ha affermato, Federica Brancaccio, presidente dell’Ance. Ed ad un dibattito oggi agli Stati generali della casa organizzati a Torino da Forza Italia, ha anche lanciato due proposte da portare avanti a livello europeo: chiedere che la Bce riduca i requisiti di accantonamento sui mutui, che fanno salire io prezzi, e scorporare una quota di spese per le case a prezzi accessibili dal Patto di stabilità di crescita.
“Cosa chiediamo noi perché ci possa essere un piano casa, che è una sfida” per il Paese. Per il piano casa “si deve fare una governance” che tenga presente la questione delle moltiplicarsi delle competenze a livello territoriale per ricreare una centralità. “Sulle riforme – ha proseguito – serve la legge di rigenerazione urbana, assieme ad altre riforme edilizie e urbanistiche precise”.
E poi “serve il coraggio di utilizzare strumenti e leve finanziarie innovative, perché ci sarà una parte di soldi pubblici necessaria. C’è tutta una quota di edilizia residenziale popolare che in Italia è bassissima. Non dico di arrivare al 29% dell’Olanda ma forse a una media del 15% dell’Europa è necessario”, ha detto.
Secondo la presidente dell’Ance “intervenire sulla casa significa veramente intervenire sulle città, ridisegnare la città. Anche i filosofi hanno parlato dell’abitare come di qualcosa non solo della casa e del costruire, ma qualcosa di molto più importante”. Temi che chiamano in causa “la necessità di rigenerazione, le case di qualità” su cui pure l’Italia in passato aveva ottenuto risultati di rilievo con il piano Fanfani: “faceva case innovative e case belle”. Posto che non è un modello replicabile.
E poi, visto che “finalmente anche l’Europa si è accorta che c’è un’emergenza casa, dall’Europa la politica europea prema per esempio sulla Banca centrale per dire che gli accantonamenti che le banche sono costrette a fare sui mutui, un’altra cosa che rende difficile e fa aumentare il costo, per chiedere di abbassare quegli accantonamenti per le case accessibili. Se per le armi possiamo far uscire una quota di spesa dal Patto di stabilità, perché non farlo per la casa accessibile?”, è la proposta lanciata dall’Ance.



