Roma, 9 ott. (askanews) – La Cina ha accusato alcune organizzazioni e individui stranieri non identificati di utilizzare le sue terre rare per scopi militari, annunciando nuove restrizioni alle esportazioni, in un ulteriore segnale del deterioramento delle relazioni economiche con l’Occidente.
Le nuove misure, rese note oggi dal ministero del Commercio, vietano la fornitura di tecnologie e servizi legati all’estrazione e alla lavorazione dei minerali senza una specifica autorizzazione governativa.
La Cina, che detiene circa il 70% della produzione mondiale di terre rare e oltre il 90% della capacità di raffinazione dei metalli più preziosi, è il principale fornitore globale di questi materiali strategici, utilizzati in una vasta gamma di prodotti – dai veicoli elettrici e le turbine eoliche ai satelliti, fino ai sistemi d’arma.
Nel comunicato ufficiale, il ministero ha dichiarato che “alcune organizzazioni e individui all’estero stanno direttamente lavorando materiali di terre rare di origine cinese e poi li trasferiscono o li forniscono a organizzazioni e individui coinvolti in attività rilevanti. Tali materiali sono stati utilizzati direttamente o indirettamente in settori sensibili, come le operazioni militari, causando danni significativi o potenziali minacce alla sicurezza nazionale e agli interessi della Cina”.
Le autorità di Pechino avevano già introdotto nel luglio 2023 le prime restrizioni all’esportazione di specifici minerali, vietandone la vendita all’estero senza permesso. Da allora, la lista dei materiali soggetti a controllo è stata progressivamente ampliata, ma le nuove misure rappresentano la prima estensione delle limitazioni anche alle tecnologie utilizzate nei processi di estrazione e lavorazione.
A luglio, il ministero della Sicurezza di Stato aveva denunciato un aumento delle attività di contrabbando organizzate da appaltatori stranieri di paesi privi di capacità produttiva autonoma. Secondo Pechino, tali gruppi avrebbero utilizzato spie e metodi fraudolenti per esportare illegalmente terre rare dalla Cina, mascherandole con etichette false o dichiarazioni ingannevoli.
“Alcuni criminali nascondono prodotti legati alle terre rare non dichiarati tra merci regolarmente esportate, mescolando ad esempio polvere di terre rare nelle materie prime per piastrelle o riempiendo manichini di plastica, e poi li contrabbandano all’estero sotto etichette vaghe come accessori in lega o parti meccaniche”, ha precisato il ministero.
Le restrizioni alle esportazioni – in particolare quelle che colpiscono aziende del comparto difesa statunitense – fanno parte di una strategia più ampia con cui Pechino risponde alle politiche commerciali e tecnologiche di Washington. Secondo osservatori economici, le nuove misure mirano a rafforzare la posizione negoziale cinese in vista del previsto incontro tra il presidente Xi Jinping e il presidente statunitense Donald Trump, atteso per la fine di ottobre.
Uno studio pubblicato ad aprile dalla società americana Govini, specializzata in software per appalti nel settore della difesa, ha rilevato che circa tre quarti dei componenti critici presenti nei sistemi d’arma statunitensi dipendono dalle esportazioni cinesi di terre rare.