Cinema, teatri, concerti, discoteche: l’Italia tenta di tornare alla “normalità” (o quasi) dopo lo choc provocato dalla pandemia di Covid-19, che ha cambiato stili di vita ed abitudini e gettato irrimediabilmente un’ombra sul…, Cinema, teatri, concerti, discoteche: l’Italia tenta di tornare alla “normalità” (o quasi) dopo lo choc provocato dalla pandemia di Covid-19, che ha cambiato stili di vita ed abitudini e gettato irrimediabilmente un’ombra sul futuro. Fra i settori più colpiti c’è quello dell’intrattenimento – dai cinema ai teatri, dai pub alle discoteche – che rischia di estinguersi, a causa di gestire il distanziamento e la “nuova normalità” della movida, con effetti che sono disastrosi per l ‘economia. Il settore ha un importante impatto occupazionale ed anche tanto sommerso, ma genera ricchezza per l’economia italiana. La riaperture della Fase 3, essendo scattate d’estate, hanno incontrato ben pochi problemi, grazie alla possibilità di usufruire degli spazi aperti (giardini, terrazze, spiagge), ma cosa accadrà con l’arrivo dell’autunno e il prossimo inverno? Molti locali notturni rischiano la chiusura e le nuove soglie limite di “capienza” non sono tali da garantire la sopravvivenza di molte attività. CINEMA E TEATRI – L’APPELLO DI ANICA: “COSI ‘MOLTI NON RIAPRONO” Cinema e teatri hanno finalmente riaperto dal 15 giugno, con nuove rigide regole: controllo degli accesi, prenotazione, distanziamento in sala, mascherina, stato della temperatura, necessità di lasciare i propri dati (e la privacy?), divisori fra le poltrone o distanziamento fino a 2 metri in aree chiuse. Paletti rigidi che abbassano hanno la soglia massima di capienza delle sale, disponendo un massimo di 200 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto. Numeri che potrebbero essere ridotti nelle moderne sale multiplex, alcune di dimensioni piuttosto ridotte, dove sarà necessario garantire il distanziamento delle poltrone occupate di 2 metri (avanti, dietro, di lato). E così una decina di giorni dal debutto del cinema-teatro post Covid, si leva la voce dell’Anica: le sale dei cinema italiani rischiano di non aprire. “Viviamo in un momento difficile e complicato e tutti devono esercitare il massimo senso di responsabilità, ma siamo in una situazione paradossale”, ha dichiarato il Presidente di Anica, Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma, aggiungendo che “in questo periodo non si è creata una condizione che permetta al cinema di aprire ”. “C’è anche una mancanza di prodotto – spiega Rutelli – quindi molti lo faranno con dei film che nel, Continua a leggere su: Quifinanza.it
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