Confesso che ho giocato: i 90 anni di Gianni Clerici

Lo “Scriba” del tennis si racconta nella storia di copertina del “Venerdì”. E a fargli gli auguri c’è anche Nicola Pietrangeli, Una vita per il tennis. Prima giocato e poi raccontato. Gianni Clerici racconta a Dario Cresto-Dina i suoi 90 anni (a proposito, insieme hanno anche una newsletter, Cambio campo, qui trovate un’anteprima e qui potete iscrivervi per riceverla). A partire da quella partita giocata a Wimbledon nel 1953. «Primo turno sul campo numero 16, quattro spettatori e due spie titine. Ho perso con Stefan Laslo, jugoslavo che se la passava male sotto il regime di Tito. Era sorvegliato anche negli spogliatoi, temevano disertasse e chiedesse asilo all’Inghilterra. Posso dire che quella volta mi ha fregato l’altruismo »ricorda lo“ Scriba ”. Abbandonata la racchetta, Gianni passò al giornalismo, per la fortuna dei suoi tantissimi affezionati lettori, e non ha mai smesso di occuparsi di tennis, rifondandone il racconto sia Nell’intervista di copertina sul Venerdì del 24 luglio, Clerici si lascia andare a ricordi e giudizi, con la consueta ironia, tra nostalgia e un desiderio: «Vorrei poter tornare sulla spiaggia di Alassio degli anni Trenta, rituffarmi in quel mare una seconda volta e provare la gioia di allora e il cuore in gola ». E di Clerici e del suo posto nella storia del tennis parla anche il suo amico storico, quel Nicola Pietrangeli intervistato da Angelo Carotenuto. due l’amicizia iniziò settant’anni fa proprio con una racchetta in mano (e quella volta vinse Clerici…). Poi le carriere si sono divise: uno giocava, l’altro scriveva. Ma il rapporto è rimasto solidissimo. rangeli ammette: «Se sono nella Hall of Fame lo devo per metà a me e per metà a Gianni. E siamo gli unici due italiani ». Ma su una cosa non ammette repliche: «Gli è sempre piaciuto passare per un dongiovanni più di me. Onestamente, mi ascolti: non c’era partita ». Ancora sul, Continua a leggere su: La Repubblica