Roma, 29 set. (askanews) – Il Consiglio Europeo ha formalmente adottato oggi la direttiva sul monitoraggio del suolo, che istituisce il primo quadro a livello UE per la valutazione e il monitoraggio dei suoli, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere suoli sani in tutta Europa entro il 2050. Questa fase conclude la procedura di adozione in seno al Consiglio. Si prevede che il Parlamento europeo proceda alla sua votazione finale nelle prossime settimane. Gli Stati membri avranno tre anni di tempo dall’entrata in vigore per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.
Questa direttiva rappresenta, spiega il Consiglio, “un passo fondamentale verso suoli più sani e resilienti, essenziali per la sicurezza alimentare, l’acqua pulita e l’ambiente”.
Le nuove norme contribuiranno a migliorare la resilienza del suolo, a garantire una migliore gestione dei siti contaminati e a introdurre principi di mitigazione del consumo di suolo, con particolare attenzione all’impermeabilizzazione del suolo e alla rimozione del suolo.
In base alla direttiva, gli Stati membri istituiranno sistemi di monitoraggio per valutare le condizioni fisiche, chimiche e biologiche dei suoli sul loro territorio, sulla base di una metodologia comune dell’UE. Riferiranno regolarmente alla Commissione e all’Agenzia europea dell’ambiente sullo stato di salute del suolo, sull’occupazione del suolo e sui siti contaminati, garantendo la disponibilità di dati comparabili in tutta l’UE e la possibilità di adottare misure coordinate per contrastare il degrado del suolo. Saranno inoltre adottate misure per il monitoraggio di contaminanti emergenti come PFAS, pesticidi e microplastiche.
La direttiva definisce descrittori comuni del suolo e introduce classi per descrivere la salute del suolo, collegate a valori obiettivo non vincolanti a livello UE e a valori soglia nazionali. Ciò aiuterà gli Stati membri a identificare le priorità e ad attuare gradualmente misure volte a migliorare la salute dei suoli. La Commissione assisterà gli Stati membri sviluppando strumenti e metodologie comuni e facilitando lo scambio di buone pratiche.