Gio 13 Febbraio 2025
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Coronavirus, quasi 50 mila i contagiati sul lavoro secondo l'Inail, gli infermieri i più colpiti. A Bergamo il maggior numero di decessi

Notizie dal webCoronavirus, quasi 50 mila i contagiati sul lavoro secondo l'Inail, gli infermieri i più colpiti. A Bergamo il maggior numero di decessi

Rilevazioni Inail al 30 giugno: 956 contagiati in due settimane. Bergamo resta la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite umane. Otto vittime su dieci sono…, Dalle rilevazioni del ministero del Lavoro emergono oltre 1000 imprese su 6000 non hanno rispettato le misure per evitare la diffusione del contagio. Rilevazioni Inail al 30 giugno: 956 contagiati in due settimane. Otto vittime su dieci sono maschi di FQ | 20 Luglio 2020 La verifica sul rispetto delle regole anti-contagio, messe a punto nel protocollo sulla sicurezza, ha portato a condurre controlli su 6.046 imprese, che occupano complessivamente poco meno di 142 mila lavoratori. Tra queste 1.184 imprese sono risultate irregolari e per 286 è stata disposta la sospensione dell’attività. Sono state inoltre erogate sanzioni per 1.273.600 euro. Questo l’esito delle attività ispettive illustrato nel corso della riunione in tema di sicurezza tra il ministero del Lavoro e le parti sociali. QUASI MILLE CONTAGI IN DUE SETTIMANE: Questa mattina l’Inail aveva comunicato che le persone contagiate Covid sul luogo di lavoro sfiorano quota 50 mila. Dato che fotografa la situazione al 30 giugno scorso ed evidenzia un incremento dei contagi di 965 unità rispetto a due settimane prima. La categoria da cui provengono più segnalazioni, poco più del 40%, è quella del personale sanitario e tra questi in oltre 8 casi su 10 si tratta di infermieri. Anche per quanto riguarda i decessi è la sanità a pagare il prezzo più alto. Su 252 vittime oltre un terzo lavoravano in ospedali e strutture sanitarie. Tra le categorie che registrano più casi letali seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio. Nell’82% dei casi le vittime sono maschi, con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalato all’Inail, il rapporto tra i generi, Continua a leggere su: Ilfattoquotidiano.it

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