“L’età media di chi si è ammalato è stata di 61 anni, di chi è scomparso 81”, BOLOGNA – Nelle strutture per anziani il Covid è entrato dalla porta principale: una su quattro ha avuto almeno un ospite positivo, in una decina di casi sono esplosi veri e propri focolai. Tra gli anziani, il virus è stato letale, tanto che i 267 morti nelle residenze per la terza età fino al 1 ° luglio rappresentano quasi il 40% dei morti in tutta la provincia di Bologna. Nello stesso periodo, i decessi totali a Bologna e provincia erano infatti una quota 690. In città si mantiene la stessa proporzione: 139 deceduti in residenza per anziani su 348 morti in totale. Ora che ci troviamo in quella che l’assessore alla sanità di Palazzo D’Accursio, Giuliano Barigazzi, definisce “la coda lunga della pandemia”, è il momento per guardare ai mesi appena trascorsi. Anche per “ripensare le politiche per gli anziani, partendo dai punti deboli emersi in questi mesi”. Così è stata svolta un’indagine su tutte le strutture della Città Metropolitana, che ha messo nero su bianco numeri impressionanti. Su 7.044 posti letto delle strutture per anziani a Bologna e provincia, sono stati trovati 833 casi di pazienti positivi al coronavirus. Di questi al 1 ° luglio, nove pazienti erano ancora ricoverati in ospedale. Trattandosi di persone in età avanzata e particolarmente fragili, il virus ha seminato una scia di 267 morti, quasi il 4% rispetto al totale dei ricoverati nelle case per anziani. La pandemia è stata implacabile nei confronti degli anziani, come ha ricordato il direttore del dipartimento di sanità pubblica, Paolo Pandolfi. “Se l’età media dei contagiati è di 61 anni – ha detto Pandolfi riferendosi sempre al territorio dell’Ausl di Bologna – quella dei pazienti deceduti positivi al Covid 19 è di 81 anni”. Ieri l’ultimo caso: il decesso di un uomo di, Continua a leggere su: La Repubblica
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