ROMA – “I tagli all’automotive sono incredibili da parte del governo, sono inspiegabili”.
Lo dice la segretaria del Pd, Elly Schlein durante le audizioni su Stellantis alla Camera.
La dem condivide la richiesta rinnovata oggi di ascoltare il presidente Elkann e chiede “un solido piano industriale. La mozione unitaria con le altre opposizioni sia un punto da cui partire in una discussione aperta. Siamo pronti a lavorare insieme anche con la maggioranza ad un patto per la transizione giusta con incentivi stabili e un chiaro piano industriale”, in cui il gruppo Stellantis “assuma degli impegni concreti a riportare le produzioni in Italia”.
Infine rinnova la richiesta di un tavolo a palazzo Chigi e chiede al governo che “ha perso molto tempo” uno “sforzo più serio”, anche alla luce del fatto che “apprendiamo dalle dichiarazioni dei sindacati che il tentativo di Urso al Mimit è stato improduttivo e controproducente. Chiediamo- conclude- al governo uno sforzo piu rigoroso e noi ci saremo per fare la nostra parte”.
STELLANTIS. FIOM: INTERVENTO STRAORDINARIO O MIGLIAIA DI LICENZIAMENTI
Michele De Palma, segretario della Fiom, ritiene “fondamentale relazionarsi con l’Unione europea per un settore strategico, un Paese senza industria dell’auto non è un paese industriale, siamo in un regime di monopolio, gli altri paesi europei hanno più produttori nazionali”.
Il sindacalista osserva che “i tre i grandi sindacati del settore sono uniti nelle proposte per provare a salvare il sistema industriale del Paese, abbiamo fatto un lavoro lungo anche insieme al sistema delle imprese. Io penso- prosegue- che non ci sia abbastanza consapevolezza della situazione: dal sistema industriale ogni giorno arrivano richieste di ammortizzatori e licenziamenti”. Per cui, serve “un pacchetto urgente di misure” con un “intervento straordinario altrimenti dovremo gestire migliaia di licenziamenti e noi non vogliamo farlo e metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per evitarlo”. Quindi, conclude De Palma, avvertendo che “le risorse pubbliche ci sono per chi non delocalizza e non licenzia, bisogna aumentare le risorse e non ridurle”.
MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE D’ACCORDO: “GRAVE RIFIUTO DI ELKANN A RIFERIRE IN PARLAMENTO”
Maggioranza e opposizione sono d’accordo su un punto: John Elkann deve riferire in Parlamento.
“Alla luce della diversa posizione del presidente intendo rinnovare la richiesta di audizione del presidente Elkann”, ha affermato il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, rivolgendosi al vertice di Stellantis che ieri ha fatto sapere di non voler partecipare alle audizioni previste in Parlamento sul futuro del gruppo automotive.
Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, “quando un Parlamento convoca e chiede spiegazioni si va”.
A Sky Start Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, giudica “gravissimo che John Elkann non voglia venire a riferire in Parlamento, anche perché, fino a prova contraria, la vicenda Stellantis riguarda la tradizione dell’automotive italiano. È sconcertante che l’erede di chi è stato molto bravo a socializzare le perdite e privatizzare gli utili della Fiat snobbi il Parlamento”.
Sui social il leader di Azione Carlo Calenda commenta così: “Il fatto che Elkann abbia risposto negativamente alla richiesta di audizione del Parlamento è un grave sgarbo istituzionale. La risposta ‘ha già detto tutto Tavares’ non è accettabile. Non è stato Tavares a vendere Magneti Marelli promettendo di mantenere posti di lavoro e fabbriche, così come è stato Elkann ad accettare gli impegni occupazionali e produttivi per l’Italia in cambio di una garanzia di 6,3 mld di euro quando ne aveva disperatamente bisogno. Reitereremo la richiesta ma nel mentre speriamo che Palazzo Chigi finalmente lo convochi”.
MIMIT CONVOCA IL TAVOLO PER IL 14 NOVEMBRE
In mattinata Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato il Tavolo Stellantis per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive).
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