“Servono filiere nazionali”
Roma, 26 set. (askanews) – “Il recente attacco in Libano e Siria ha aperto un nuovo capitolo nella storia dei conflitti moderni, segnando un momento decisivo per la sicurezza globale. Le esplosioni simultanee di migliaia di cercapersone rappresentano il segnale d’allarme di un cambiamento epocale: l’emergere della Mobile War, una guerra tecnologica che sfrutta dispositivi di uso quotidiano trasformandoli in strumenti di distruzione. È uno degli elementi più inquietanti di questa nuova modalità di conflitto: l’invisibilità della minaccia. Ogni dispositivo tecnologico può essere trasformato in un’arma in una sfida quasi insormontabile per le tradizionali misure di sicurezza”. Lo afferma l’esperto di cybersicurezza Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup.
“Le principali vulnerabilità dell’IoT (Internet delle Cose ) sono legate alla sua produzione globale: molti dei dispositivi connessi sono realizzati in Paesi con standard di sicurezza variabili, il che espone a potenziali manomissioni. Il rischio di un sabotaggio può colpire chiunque, dai governi alle aziende private, fino ai singoli individui che si affidano a dispositivi IoT per la loro vita quotidiana. Sviluppare nuove tecnologie di sicurezza diventa una necessità urgente, in modo da prevenire ulteriori attacchi. Allo stesso tempo, è essenziale un coordinamento internazionale per affrontare queste nuove minacce. Sul piano geopolitico, le Nazioni dovrebbero adottare politiche più rigide nei confronti dei produttori di dispositivi IoT, imponendo controlli severi sull’importazione di componenti critici e favorendo la creazione di filiere locali e sicure per limitare il rischio di infiltrazioni esterne”, conclude Mocerino .
Cybersecurity, Mocerino (Netgroup): da mobile war sfida per sicurezza
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