Mar 30 Settembre 2025
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Di fronte a Trump, Cina si presenta come campione di libero commercio

AttualitàDi fronte a Trump, Cina si presenta come campione di libero commercio

Roma, 30 set. (askanews) – Come accaduto nel primo mandato del presidente Usa Donald Trump, di fronte alla spinta protezionistica impressa dall’inquilino della Casa bianca, la Cina si presenta specularmente come principale promotrice dell’apertura, della globalizzazione dei commerci e della propensione al libero commercio, soprattutto rispetto ai paesi del Sud Globale. Uno schema rilanciato dall’ambasciatore cinese negli Stati uniti Xie Feng, in un discorso per il 76mo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese, nel quale ha esortato Washington a cambiare rotta.

Xie Feng, secondo quanto riporta il South China Morning Post, ha presentato la Cina come leader della globalizzazione e del multilateralismo, criticando Washington per “chiudere le porte”. mentre l’amministrazione Trump impone pesanti dazi unilaterali a Paesi di tutto il mondo e inasprisce le politiche sui visti.

Cina e Stati Uniti – ha ricordato il diplomatico – sono stati “due principali costruttori dell’ordine internazionale del dopoguerra”, ma oggi gli Usa dovrebbero “agire con maggiore responsabilità”, per esempio mostrando “prudenza” sulla questione di Taiwan, che Pechino considera parte integrante del suo territorio.

“Mentre alcuni Paesi chiudono le porte, la Cina ha preso l’iniziativa di aprirle”, ha detto Xie, sottolineando che Pechino resta “fermamente impegnata ad ampliare l’apertura unilaterale e istituzionale”.

Xie ha sottolineato come Pechino abbia offerto “trattamento a dazio zero, o rimborsi al 100% delle tariffe, a tutti i Paesi meno sviluppati che intrattengono relazioni diplomatiche con essa”, perché “in un contesto di crescente protezionismo, divario di ricchezza in aumento e crescita globale debole, la Cina ha sostenuto apertura, inclusività e cooperazione vantaggiosa per tutti”.

L’ambasciatore ha inoltre annunciato che gli americani potranno presto richiedere un visto per la Cina online “in pochi clic”, oltre a beneficiare già della politica di esenzione dal visto di 240 ore.

Il discorso di Xie viene in un momento di attesa rispetto all’incontro che il presidente cinese Xi Jinping e Trump avranno a novembre, a margine del summit APEC in Corea del Sud. La situazione, dopo un teso inizio di mandato di Trump rispetto ai rapporti con la Cina, in questo momento di sta ammorbidendo, arrivando al paradosso che i suoi toni appaiono più concilianti con Pechino che con la storica alleata Unione europea. Anche la vicenda, potenzialmente esplosiva, della vendita del braccio americano del social cinese TikTok, che con un ordine esecutivo Trump ha autorizzato a favore di un consorzio amico guidato da Oracle e Walmart, ha ricevuto una svolta senza particolari frizioni.

Restano tuttavia ostacoli significativi sulla strada delle relazioni Usa-Cina: le tariffe medie sulle importazioni cinesi si aggirano intorno al 55%, mentre gli Stati uniti hanno varato nuovi dazi del 100% sui farmaci stranieri e del 50% su mobili e arredi, colpendo direttamente i produttori cinesi.

La Cina, da parte sua, sta diversificando i mercati: l’export verso gli Usa è calato del 15% quest’anno, ma quello verso Sudest asiatico, Africa e altre regioni è in crescita.

Oltre al commercio, ci sono tensioni sulla circolazione delle persone: il giro di vite Usa sui visti per studenti e giornalisti cinesi ha sollevato timori di discriminazioni. Per la prima volta gli studenti indiani hanno superato i cinesi nelle università americane.

Le proposte del Dipartimento per la Sicurezza interna di limitare i visti a 90 giorni per i giornalisti cinesi, rispetto ai 240 concessi ad altri Paesi, hanno scatenato la protesta di Pechino, che ha avvertito del rischio di una “guerra dei media” capace di aggravare il deterioramento dei rapporti bilaterali.

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