Sab 24 Maggio 2025
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Dopo la Germania anche Grecia e Lettonia chiedono la sospensione del Patto di stabilità

AttualitàDopo la Germania anche Grecia e Lettonia chiedono la sospensione del Patto di stabilità

Bruxelles, 29 apr. (askanews) – E’ triplicato nel giro di 24 ore, passando da uno a tre, il numero di Stati membri che hanno notificato alla Commissione europea la richiesta di attivare la clausola nazionale di sospensione del Patto di stabilità, per poter aumentare il margine di bilancio da dedicare alle spese per la difesa senza incorrere nelle procedure Ue per deficit eccessivo.

Lo ha detto oggi a Bruxelles il portavoce della Commissione responsabile per l’Economia, il bilancio e l’agricoltura, Balazs Ujvari, durante il briefing quotidiano per la stampa. Dopo la Germania, che aveva notificato la sua richiesta per prima, ieri, oggi si sono aggiunti la Grecia e la Lettonia, ha riferito il portavoce.

Ujvari aveva detto ieri che c’era da attendersi che diversi altri Paesi avrebbero seguito l’esempio della Germania nelle ore successive, e ha confermato oggi di aspettarsi che arrivino altre richieste nei prossimi giorni, magari anche dopo la scadenza che è stata fissata informalmente per la fine di aprile.

“Avevo promesso ieri – ha ricordato il portavoce – che sarebbero arrivate altre richieste, e in effetti abbiamo triplicato i numeri: da uno a tre Stati membri, inclusa la Grecia, da cui abbiamo appena ricevuto la notifica. Esamineremo questa richiesta nel corso del mese di maggio e poi le conclusioni saranno presentate all’inizio di giugno nel contesto del pacchetto di primavera del Semestre europeo”.

Con l’attivazione della clausola nazionale, gli Stati membri “possono spendere un ulteriore 1,5% del pil per la difesa tra il 2025 e il 2028, rispetto al 2021”, ha ricordato Ujvari. “Nelle prossime settimane si vedrà se la richiesta greca è in linea con queste disposizioni, e saremo in grado di darle una risposta definitiva a giugno. Ma per ora posso confermare che abbiamo ricevuto la richiesta e la esamineremo molto attentamente”.

Quanto ai tempi per presentare la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia, è stato chiesto al portavoce se altri Paesi potranno inviare la notifica più tardi, oltre la scadenza di fine aprile. “Abbiamo triplicato i numeri nelle ultime 24 ore e sono abbastanza fiducioso che nelle prossime 24 ore ci saranno molti sviluppi. Abbiamo avuto una viva discussione con gli Stati membri. E ribadisco: se riceviamo una richiesta il primo maggio mattina, possiamo ancora esaminarla”. “La posta in gioco – ha spiegato Ujvari – è che possiamo avere abbastanza tempo per analizzare le richieste entro la presentazione del Pacchetto di primavera, ovvero il 4 giugno. Quindi, se arrivasse una richiesta a fine maggio, ci troveremmo in una situazione un po’ difficile. Ma se arriva qualche ora dopo la scadenza concordata informalmente, si può fare, possiamo trovare una soluzione”.

“Ripeto, penso che nelle prossime 24 ore succederà molto, quindi è molto probabile che questi numeri aumentino ulteriormente.

Alla domanda se uno dei prossimi Paesi possa essere il Portogallo, che ha già annunciato la settimana scorsa la sua intenzione di presentare la domanda, il portavoce ha risposto: “Stiamo vedendo molte dichiarazioni sui media, ma ovviamente io posso confermare una richiesta solo quando arriva alla Commissione. E non ci è ancora pervenuta alcuna richiesta formale dal Portogallo. Certo, abbiamo visto le dichiarazioni, e una volta che la richiesta sarà pervenuta, sarò il primo a confermarla”, ha concluso Ujvari.

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