Tonnellate di plastica sversate cinque anni fa e ancora sui fondali. La denuncia delle associazioni ambientaliste che chiedono lo stato di emergenza. Greenpeace: “Il Santuario dei Cetacei merita di essere…, “Difendiamo il Mare”: il monitoraggio di Greenpeace nell’Arcipelago Toscano (ansa) SONO ancora lì da cinque anni sui fondali dell’Arcipelago Toscano le 63 mila tonnellate di plastica pressata sversata dalla Motonave Ivy a causa di una tempesta. “Una vera bomba a orologeria per l’ambiente marino”, ricorda il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, assieme al presidente regionale dell’associazione, Fausto Ferruzza, chiedendo lo stato d’emergenza al Consiglio dei ministri “che non si sta occupando del problema “. Greenpeace, che si trova nelle acque dell’Arcipelago Toscano per la spedizione di ricerca “Difendiamo il Mare” condotta con la barca Bamboo della Fondazione Exodus di don Mazzi, ha pubblicato un mese fa un’inchiesta, “Un santuario di balle”, per fare luce sulle responsabilità. Ora in diretta dal Bamboo di Exodus Elba per il tour nel Tirreno “Difendiamo il mare” di @Greenpeace_ITA In navigazione per fare ricerca e documentare lo stato di salute delle nostre acque … salite a bordo anche voi! Https: // t. co / wDKAK3iRBx— Don Antonio Mazzi (@donAntonioMazzi) 21 luglio 2020 In questi giorni l’organizzazione ambientalista insieme ai ricercatori del Cnr-Ias di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche sta eseguendo i monitoraggi nell’area per capire se la plastica dispersa sui fondali ha generato un impatto nelle acque del Santuario e del Golfo di Follonica in termini di rilascio di microplastiche. “È paradossale – sottolinea Giuseppe Ungherese – che sia una piccola organizzazione con limitate disponibilità economiche come Greenpeace a eseguire tali ricerche. D’altra parte, cosa possiamo aspettarci da tutte quelle istituzioni che da cinque anni non sono riuscite a recuperare le tonnellate di plastica che giacciono in fondo al mare? “. Il risultato è gravissimo: sotto gli occhi attoniti delle comunità dell’arcipelago toscano e dell’intero Paese le 40 ecoballe “superstiti” del carico disperso in mare – originariamente consistente in ben 56 ecoballe – si stanno lentamente sfaldando, con gravissimi e forse irreversibili danni , Continua a leggere su: La Repubblica
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