Guardia costiera, associazioni ambientaliste e volontari sono impegnati da giorni, senza sosta. “Queste cose non devono piu ‘accadere e sinceramente siamo stufi di sentire che animali come Furia diventino un…, C’è apprensione per la sorte di Furia, la giovane femmina di capodoglio impigliatasi in una rete illegale. La coda resta prigioniera della spadara che le impedisce di immergersi in profondità e nuotare correttamente per procacciarsi il cibo e spostarsi. E ‘stata persa di vista, dice il biologo marino siciliano, Carmelo Isgrò, che ha seguito da vicino il caso. Guardia costiera, associazioni ambientaliste e volontari sono impegnati da giorni, senza sosta. Eolie, un altro capodoglio impigliato nelle reti: i sub al lavoro per liberarlo La vicenda viene seguita anche dalla stampa internazionale, dalla Gran Bretagna, alla Germania, alla Russia. “Dopo le lunghe apnee – racconta Isgrò – riemergeva distante dal punto di immersione e non era facile individuarlo al suo ritorno in superficie. Da quel momento, nonostante le ricerche, non è stato più avvistato. L’abbiamo lasciato tante miglia a nord di Alicudi e si dirigeva verso nord ovest, il mare è molto vasto, e purtroppo è come trovare un ago in un pagliaio. Molta della rete che lo avvolgeva dalla testa alla coda fortunatamente è stata rimossa dalla Guardia costiera, ma ancora molta resta impigliata nella coda poichè non si lasciava aiutare “. Le ricerche non si fermano, nella speranza di una segnalazione di qualche diportista che porti a individuare nuovamente l’indomita Furia, il cui carattere impetuoso ha impedito che venisse del tutto liberata. Si tratta, aggiunge il biologo, di rimuovere “l’ultima parte di rete che lo opprime per farlo tornare a nuotare libero e felice nel suo mare”. In azione pure i volontari di Filicudi Wildlife Conservation. Anche la biologa marina Monica Blasi non molla, per giorni impegnata per aiutare Furia, insieme alle colleghe Chiara Bruno, Valentina Caserta, Perla Salzeri e ai volontari e ale volontarie del campo di ricerca: “Stiamo solo facendo il nostro lavoro, cioe ‘quello di vegliare su, Continua a leggere su: La Repubblica
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