Milano, 16 set. (askanews) – Oltre un milione e 700 mila euro è il valore donato da Esselunga alla Fondazione Airc, per la ricerca sui tumori infantili, attraverso una raccolta fondi, conclusa a maggio.
La campagna, promossa con il catalogo Fìdaty, prevedeva che ogni 500 punti devoluti dai clienti, Esselunga destinasse 10 euro all’Airc con l’obiettivo di dare nuova forza al lavoro dei ricercatori e dei medici impegnati nella cura dei tumori che colpiscono bambini e adolescenti.
Il traguardo del milione e 700 mila euro è stato raggiunto grazie alle quasi 180 mila devoluzioni e al contributo di Esselunga, che ha raddoppiato il valore delle donazioni dei propri clienti. Con queste risorse verranno sostenuti 10 progetti di ricerca pediatrici sul territorio nazionale. Questi progetti, seppur differenti tra loro, hanno l’obiettivo di individuare nuove cure più sicure ed efficaci per migliorare la vita di bambini e adolescenti affetti da tumore.
I fondi raccolti saranno destinati a diversi tipi di finanziamento: i My first Airc grant, che consentono ai giovani talenti di condurre una prima ricerca indipendente e acquisire progressivamente autonomia; le Start-Up, dedicate a giovani ricercatori che rientrano dall’estero e possono così avviare il proprio laboratorio indipendente in Italia; gli investigator grant, destinati a ricercatori consolidati, sono considerati la spina dorsale della ricerca oncologica italiana. Quest’ultimi, infatti, rappresentano quel sostegno costante e imprescindibile che consente di far procedere senza interruzioni la ricerca di base, traslazionale e clinica nelle fasi I e II.
Con questi fondi AIRC sosterrà 3 progetti di ricerca nel 2025, a cui se ne aggiungeranno altri 7 nel 2026, che saranno annunciati a gennaio al termine del processo di approvazione dei progetti e di assegnazione dei finanziamenti per l’anno prossimo. Tra i gruppi di ricerca sostenuti nel 2025 c’è quello di Orsola di Martino – ricercatrice presso l’Università di Parma – con il progetto dal titolo “Identificare il ruolo della proteina DDIT4 nella progressione della leucemia mieloide acuta e nel modo in cui influenza i meccanismi di risposta alla chemioterapia”. L’obiettivo dello studio è scoprire i regolatori molecolari che causano la resistenza ai farmaci, per identificare nuovi bersagli terapeutici contro questa forma di tumore. Angela Di Giannatale – ricercatrice presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – con il progetto dal titolo “Decifrare la comunicazione tra il neuroblastoma ed il suo microambiente per l’identificazione di nuove terapie mirate”, cerca di comprendere come il microambiente tumorale influisce sullo sviluppo e la diffusione metastatica di questo tumore, uno dei più frequenti in età pediatrica. Jolanda Sarno – ricercatrice presso la Fondazione M. Tettamanti M. De Marchi Onlus di Monza – con il progetto dal titolo “Eterogeneità dello sviluppo tumorale come meccanismo chiave per la resistenza ai trattamenti in pazienti pediatrici con leucemia linfoblastica acuta”, vuole approfondire le conoscenze sull’eterogeneità dello sviluppo tumorale e della resistenza farmacologica, identificando così, in fasi precoci della malattia, i pazienti a maggior rischio di fallimento terapeutico.