ROMA – Il governo israeliano ha smentito in modo categorico le accuse di maltrattamenti nei confronti degli attivisti e giornalisti arrestati a bordo della Global Sumud Flotilla, compresa Greta Thunberg, definendo le testimonianze circolate sui media come “sfacciate menzogne”.
In un post pubblicato su X dal Ministero degli Esteri israeliano, Tel Aviv ha dichiarato: “Le affermazioni sui maltrattamenti subiti da Greta Thunberg e dagli altri detenuti della flottiglia Hamas-Sumud sono sfacciate menzogne. Tutti i diritti legali dei detenuti sono stati pienamente rispettati”. Il Ministero degli Esteri fa notare che Thunberg e altri hanno rifiutato l’espulsione, nonostante le accuse. “È interessante notare che Greta stessa e altri detenuti si sono rifiutati di accelerare la loro espulsione e hanno insistito per prolungare la loro permanenza in custodia”, si legge. “Greta non ha nemmeno denunciato alle autorità israeliane nessuna di queste accuse ridicole e infondate, perché non si sono mai verificate”.
Tuttavia, il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, afferma di essere “orgoglioso” delle dure condizioni a cui sono sottoposti gli attivisti nella prigione in cui sono detenuti: “Sono stato orgoglioso del fatto che abbiamo trattato gli attivisti della flottiglia come sostenitori del terrorismo. Chiunque sostenga il terrorismo è un terrorista e merita le stesse condizioni applicate ai terroristi”.
Secondo quanto riportato da Alessandro Mantovani, inviato de il Fatto Quotidiano, Greta Thunberg sarebbe stata tra le più colpite dai maltrattamenti, sottoposta a un trattamento che il giornalista definisce “peggio di tutti”. Mantovani racconta anche di essere stato bendato, con i polsi legati con fascette, impossibilitato a parlare con gli avvocati e costretto a bere acqua non potabile da un rubinetto.
Anche altri detenuti hanno confermato condizioni durissime durante la detenzione. Secondo quanto riportato dal Guardian, Thunberg avrebbe parlato di disidratazione, carenza di cibo e acqua, nonché di eruzioni cutanee causate probabilmente da parassiti. Il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino ha riferito che l’attivista svedese sarebbe stata avvolta in una bandiera israeliana ed esibita come un trofeo, in un contesto che lui stesso definisce “umiliante”.
Il consigliere regionale lombardo Paolo Romano (PD), anch’egli tra gli attivisti fermati, ha dichiarato di essere stato costretto in ginocchio, a faccia in giù, aggiungendo: “Ci picchiavano se ci muovevamo, ci insultavano, ridevano di noi. Siamo stati trattati come animali”.
(Foto da X @IsraelMFA)
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