In cambio di questi soldi dovremo anche dire a chi ce li dà che cosa abbiamo intenzione di farci e come pensiamo di rilanciare l’economia, Milano, 22 luglio 2020 – DOMANDA: Caro Direttore, la lunghissima trattativa sul cosiddetto Recovery fund si è conclusa. Posso confessare, dopo aver letto tutto quello che potevo e aver ascoltato i commenti di tutti i politici, che non ci ho capito molto. Abbiamo vinto, abbiamo perso o abbiamo pareggiato: ovvero per noi non cambierà nulla. Lucia, Pavia RISPOSTA: La verità è che qualcosa di fondamentale nell’Unione europea da oggi cambia per sempre. Una delle caratteristiche di un’entità sovrana, cioè capace di una politica autonoma, è di contrarre debito per finanziare i propri investimenti. Finora, senza questa possibilità, l’Ue era solo una somma di stati nazionali. Ognuno con un suo debito, una sua politica fiscale, spesso in concorrenza fra loro. Ora sono stati sbloccati 360 miliardi di euro di prestiti destinati ai Paesi in difficoltà, cui si affiancano altri 390 miliardi di euro di sussidi. Meno di quanto previsto in origine, ma comunque moltissimo. Il denaro sarà finanziato con debito pubblico e tasse europei. All’Italia andranno 120 miliardi di prestiti e 80 miliardi di sussidi da non restituire. Una cifra di tutto rispetto, se si pensa che in un anno, per far funzionare l’intera macchina statale, dalla sanità alle pensioni, spendiamo circa 800 miliardi. In cambio di questi soldi, però, dovremo anche dire a chi ce li dà che cosa abbiamo intenzione di farci e vieni pensiamo di rilanciare l’economia. E potranno anche dirci che non va bene e fermare i pagamenti. Abbiamo vinto o perso? Ognuno può valutarlo da sé. Sicuramente non è un pareggio. sandro.neri@ilgiorno.net © Riproduzione riservata Iscriviti alla community per ricevere ogni giorno la newsletter con le notizie dall’Italia e dal mondo, Continua a leggere su: Ilgiorno.it
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