Roma, 29 set. (askanews) – Le elezioni interne al Partito liberaldemocratico giapponese, che dovrebbero dare al Giappone il nuovo primo ministro dopo le dimissioni annunciate da Shigeru Ishiba, vedono confrontarsi cinque candidati con idee diverse su un aspetto cruciale per l’alleanza tra Tokyo e Washington, soprattutto sotto la presidenza di Donald Trump: il budget della difesa.
I cinque candidati hanno espresso posizioni divergenti sulla necessità di aumentare la spesa per la difesa oltre l’attuale obiettivo del 2% del Pil, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e di pressioni da parte degli Stati uniti per un maggiore impegno militare.
Il partito terrà le elezioni interne il 4 ottobre per eleggere un nuovo presidente. Il vincitore diventerà probabilmente il prossimo primo ministro, fatta salva l’altamente improbabile evenutalità che l’opposizione si unisca dietro un candidato alternativo.
Shinjiro Koizumi, ministro dell’Agricoltura e considerato tra i favoriti, ha detto che manterrebbe l’obiettivo del 2%, sottolineando i costi di un eventuale aumento. Secondo i suoi calcoli, servirebbero 7.500 miliardi di yen (oltre 50 miliardi di dollari) per raggiungere il 3,5% del Pil, in linea con il target fissato dalla Nato, di cui il Giappone è partner ma non paese membro,m entro il 2035. Ha ribadito l’importanza dell’alleanza con Washington e di una maggiore cooperazione con partner come Corea del Sud, India e Australia.
Sanae Takaichi, ex ministra della Sicurezza economica, ha sostenuto la necessità di spese maggiori ma senza fissare un obiettivo percentuale. Ha affermato che la spesa per la difesa può stimolare la crescita economica, citando investimenti in droni, difesa spaziale e rinnovo delle infrastrutture delle Forze di autodifesa.
Takayuki Kobayashi, anch’egli ex ministro della Sicurezza economica, ha dichiarato che il 2% non è sufficiente e ha chiesto una revisione immediata della Strategia di Ssicurezza nazionale del 2022. Ha sottolineato che il Giappone deve affrontare “senza illusioni” le minacce globali, ricordando l’obiettivo della Nato del 3,5%.
Gli altri due candidati hanno assunto posizioni più caute. Yoshimasa Hayashi, capo di gabinetto, ha detto che bisogna discutere attentamente sul livello e la qualità delle capacità di difesa necessarie, coordinandosi con gli Stati uniti. Toshimitsu Motegi, ex ministro degli Esteri e già segretario generale del LDP, ha invece rimarcato la necessità di rafforzare ulteriormente le capacità difensive, ribadendo che l’alleanza con Washington resta “la pietra angolare della sicurezza nazionale del Giappone”.