Mar 16 Settembre 2025
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Giornata Alzheimer, allarme Uneba: c’è poco da festeggiare

AttualitàGiornata Alzheimer, allarme Uneba: c’è poco da festeggiare

Roma, 16 set. (askanews) – In vista della Giornata mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre, “in Italia c’è poco da festeggiare. Il futuro dell’assistenza alle persone malate di demenza e Alzheimer è a rischio, se Governo, Parlamento e Regioni non intervengono prontamente. E le prime ad essere preoccupate devono essere le famiglie dei malati”. A suonare l’allarme è Franco Massi, presidente nazionale di Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, www.uneba.it), voce di oltre mille enti dediti all’assistenza ai più fragili in tutta Italia, in gran parte non profit di radici cristiane.

Non è solo un problema di mancanza di risorse. Ma anche di mancanza di norme.

Caos sentenze, serve una legge. “È necessario – scandisce Massi in una nota – che Governo e Parlamento, e Regioni per la loro parte, approvino norme che stabiliscano in modo chiaro ed inequivocabile la competenza della retta per l’accoglienza in struttura residenziale di un anziano non autosufficiente malato di Alzheimer, o che si ammala di Alzheimer durante la degenza. Cioè la maggioranza di tutti gli ospiti! Sentenze – non tutte concordi- si sono susseguite negli ultimi mesi, ed hanno generato ricorsi contro gli enti. Ma lo stillicidio di ricorsi ha il solo effetto di mettere in difficoltà le strutture e spingerle a chiudere i nuclei Alzheimer o non sviluppare i servizi per le demenze”.

La preoccupazione degli enti. “Le centinaia di Rsa associate Uneba sono preoccupate – dice Massi-. Senza una norma chiara, non è chiaro chi debba pagare il lavoro che ogni giorno in Rsa prestano oss, infermieri, educatori, fisioterapisti: il Sistema Sanitario Nazionale? Il malato? A chi spetta la spesa, non tocca a noi dirlo. Ma senza una norma chiara, gli unici a essere pagati senza dubbio, e lautamente, saranno gli avvocati. Senza una norma chiara, e senza la certezza di ricevere le risorse necessarie, le strutture, in particolare le non profit, non possono andare avanti”.

La preoccupazione delle famiglie. “Se chiudono le strutture, chi si prenderà cura dei più fragili tra gli anziani? Chi garantirà assistenza ai malati di demenza, che peraltro da qui al 2050 diverranno oltre 2 milioni, il doppio di adesso? Ecco perché in vista della Giornata Alzheimer, anche le famiglie dei malati hanno tutte le ragioni di essere preoccupate”.

Conferenza Stato-Regioni, batti un colpo! “Quando arriverà la legge? In Commissione Sanità del Senato un testo aveva cominciato il suo cammino, ma la politica ha scelto di bloccarlo. Preferendo un facile consenso al prendersi la responsabilità di una scelta necessaria. Ora attendiamo le proposte della Conferenza Stato Regioni, dove alcune Regioni hanno presentato proposte interessanti. Ma ora serve la concretezza. Non possiamo ritrovarci alla prossima Giornata Alzheimer, nel 2026 ancora ad aspettare. Sarebbe troppo tardi”.

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