Lun 27 Ottobre 2025
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Halloween è figlio d’Irlanda: dalle colline del Samhain alle luci dei festival

AttualitàHalloween è figlio d’Irlanda: dalle colline del Samhain alle luci dei festival

Milano, 27 ott. (askanews) – Halloween è figlio d’Irlanda. Tra brughiere umide, nebbie basse e colline che trattengono storie, qui è nato tutto. Molto prima delle zucche americane e dei costumi fluorescenti, c’erano le rape intagliate per tenere lontani gli spiriti e i falò che segnavano il passaggio dall’autunno all’inverno.

Più di duemila anni fa, i Celti chiamavano quella notte Samhain (pronunciata “sauin”). Era la fine del raccolto, l’inizio della stagione buia, il tempo in cui il confine tra i vivi e i morti si faceva sottile. “Samhain è il momento in cui la luce cambia respiro”, racconta Kelly Fitzgerald, docente all’University College di Dublino. “È un punto di passaggio. La natura si ferma, ma qualcosa continua a muoversi.”

Gli spiriti, si diceva, camminavano tra gli uomini. Le famiglie lasciavano offerte sulle soglie, accendevano lanterne di rapa e si travestivano per confonderli. Secoli dopo, gli emigranti irlandesi portarono queste storie in America. Lì trovarono le zucche, più grandi e più facili da intagliare, e la tradizione cambiò forma.

I falò restano il simbolo più potente di Samhain. Sulle colline sacre di Meath, a Tlachtga, si accendeva il Fuoco del Grande Raduno, visibile fino alla Collina di Tara. Quel bagliore segnava il nuovo anno celtico e univa le comunità in un rito di luce e di coraggio. Ancora oggi, in quei luoghi, la fiamma ritorna e illumina il cielo d’autunno con lo stesso spirito di allora.

Le antiche leggende si intrecciano con la geografia. A Roscommon, nella grotta di Oweynagat, secondo la tradizione si apriva il portale dell’Altro Mondo. A Loughcrew, la luce dell’alba di Samhain penetra nei tumuli neolitici, rivelando incisioni che da millenni raccontano il legame tra vita e rinascita. L’Irlanda è piena di soglie: luoghi dove la storia e il mito si guardano senza diffidenza.

Oggi l’isola riaccende quel legame. A Derry, il più grande festival europeo di Halloween trasforma le strade in un corteo di luci, fuoco e maschere. A Trim e ad Athboy, il Púca Festival celebra le antiche figure del folklore con processioni che evocano le forze della natura e le storie del popolo fatato. Lì dove tutto è cominciato, l’Irlanda rinnova il suo patto con l’immaginazione.

Viaggiare in Irlanda a fine ottobre è un’esperienza più che una vacanza. I paesaggi si fanno teatro, i villaggi profumano di torba e mele arrostite, i racconti si mescolano all’aria. È turismo, certo, ma con un respiro antico: quello di un’isola che non mette in scena la leggenda, la vive.

Quando le nebbie scendono sui campi e il vento scuote le lanterne, Halloween torna a essere ciò che è sempre stato: un tempo di passaggio, un dialogo tra luce e oscurità, tra la fine e l’inizio. L’Irlanda, ogni anno, lo ricorda al mondo — e lo fa con il calore di chi sa che anche il buio ha la sua luce.

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