, Il ritorno del calcio tiene alta l’attenzione sulla televisione anche con l’estate che si avvicina: con la finale di Coppa Italia, in onda dallo Stadio Olimpico, contesa da Napoli e Juventus, si torna ad alzare un trofeo dopo tre mesi di lockdown sportivo. Tre partite importanti (le semifinali con Juve – Milan e Napoli -Inter, e poi la finale) che dato hanno una spinta consistente alla prima rete del servizio pubblico: 10.202.000 spettatori medi (39,6% di share) per la vittoria del Napoli, 8.277.000 spettatori (34% di share) per la semifinale del 12 giugno, 7.119.000 spettatori medi (32,4% di share) per quella del 13 giugno. Una serie di eventi che hanno anche abbassato l’età media per Rai1: 52,6 anni d’età per la finale, con un picco di share sull’ultimo rigore di Milik che porta la squadra di Gattuso sul gradino più alto del podio. Sono proprio i rigori finali a creare una punta sulla curva dell’ascolto: 10,3 milioni di spettatori, e una condivisione che arriva a toccare il 43,6%. Analizzando le messe in onda di Rai1 del mercoledì, la partita è l’evento più seguito dell’anno nella giornata dopo l’emissione del Festival di Sanremo (II serata) a febbraio. Considerando gli ultimi dieci anni di Coppa Italia, Napoli – Juventus arriva al quinto posto della classifica, che vede ancora in testa Inter – Roma (11.694.000 spettatori medi, 40% di share), giocata esattamente dieci anni fa, nel 2010. Il calcio riporta soprattutto gli uomini davanti al teleschermo: è composto da maschi il 60% della platea che ha seguito la finale. Sono inoltre la Campania (1,55 milioni) e la Lombardia (1,57 milioni) le regioni con la densità di pubblico maggiore per la finale. Cambiano anche le abitudini degli italiani. Molto in crescita il consumo tv su apparecchi digitali collegati in rete: gli ascolti lineari, Continua a leggere su: Corriere.it
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