Roma, 25 ott. (askanews) – “Le Chiese locali, superando l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società, si impegnino a promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana”. E’ quanto emerge dal Documento di sintesi del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia, approvato con 781 placet su 809.
“Essere segno del Regno di Dio – si legge – implica relazioni autentiche e comunionali, che mostrino le differenze come ricchezza. La comunità ecclesiale vuole essere uno spazio nel quale ognuno può sentirsi compreso, accolto, accompagnato e incoraggiato, con una particolare attenzione a coloro che rimangono ai margini. Siamo coscienti che, per ‘passare dalla logica escludente del dentro/fuori ad una di implicazione e riconoscimento’, in alcuni casi e su alcuni temi occorre ancora un ulteriore approfondimento, confronto e discernimento comuni, per arrivare, con gradualità, a scelte condivise. Ma, al tempo stesso – prosegue il documento – non vogliamo rinunciare a tenere ben presente che ‘lo sguardo di fede rifugge le rigide categorie e domanda di accogliere le sfumature, comprese quelle che a occhio nudo non si vedono’, poiché i ‘discepoli sono in cammino verso una realtà che ha posto per tutti e tutte'”. Pertanto, l’Assemblea sinodale avanza le seguenti proposte: che le Chiese locali e le Conferenze Episcopali Regionali promuovano percorsi di accompagnamento, discernimento e integrazione nella pastorale ordinaria di quanti desiderano fare cammini di maggiore integrazione ecclesiale, ma sono ai margini della vita ecclesiale e sacramentale a causa di situazioni affettive e familiari stabili diverse dal sacramento del matrimonio (seconde unioni, convivenze di fatto, matrimoni e unioni civili, etc.)”. Ed ancora: “Le Chiese locali promuovano percorsi e approcci pastorali di accompagnamento e integrazione nella vita ecclesiale delle coppie conviventi, che hanno in animo una futura unione nel sacramento del matrimonio, tenendo conto di questo loro desiderio”.
Approvato anche un documento sulle vittime di abusi. Si intitola “A fianco di quanti hanno subìto abusi in ambito ecclesiale” il paragrafo del Documento di sintesi del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia, approvato con 781 placet su 809.
“Molestie, abusi di potere, di coscienza e sessuali in ambito ecclesiale – si legge nel documento – rappresentano una grave offesa alle persone, fatte a immagine e somiglianza di Dio, e quindi al Creatore e al suo sogno sull’umanità. La Chiesa, senza nascondere criticità, resistenze e dinamiche sedimentate che talvolta hanno contrastato la corretta attenzione e salvaguardia verso i minori e le persone vulnerabili, persegue la costruzione di una cultura di contrasto all’abuso a partire dalla formazione di tutti gli operatori ecclesiali. “Per questo motivo la formazione degli accompagnatori spirituali – presbiteri o meno – è molto delicata e, insieme, urgente”, prosegue il Documento sinodale. “La cura e l’affiancamento dei battezzati deve avere come meta il lasciar andare, il far crescere, il liberare. Pertanto, l’Assemblea sinodale avanza le seguenti proposte: che le Chiese locali, anche attraverso i Servizi diocesani per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, accolgano e si prendano cura di quanti hanno subìto violenze e realizzino iniziative con e per loro, promuovendo misure di giustizia riparativa; che le Chiese locali si impegnino a ridurre il rischio di abusi, continuando a favorire e a implementare l’attività di prevenzione e l’applicazione delle Linee guida nazionali; che le Chiese locali collaborino con istituzioni e società civile per il sostegno delle vittime e dei familiari e per assicurare il corretto svolgimento di ogni fase dell’accertamento della verità dei fatti”.



