Pubblicata la bozza della Legge sulla sicurezza nazionale cinese per l’ex colonia britannica. 66 articoli e uno scopo: normalizzare la City e giudicare chi contesta il potere centrale della Madrepatria, Due i punti chiave: la sede a Hong Kong di una Agenzia di sicurezza nazionale con i dati da Pechino che raccoglieranno intelligenza e potranno decidere quali reati ricadranno direttamente sotto la giurisdizione cinese. Significa che cittadini hongkonghesi (o anche residenti stranieri della City) possono essere processati secondo la legge vigente nel resto della Cina per fatti commessi nell’ex colonia britannica, che dovrebbe invece avere un sistema giudiziario autonomo e indipendente dal potere politico fino al 2047. La legge prevede i crimini di «separatismo, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere». Secondo Pechino si tratta di stabilizzare il territorio dopo un anno di proteste anche violente, innescate nel giugno del 2019 dal tentativo della governatrice Carrie Lam di introdurre l’estradizione per reati minori. Quel provvedimento fu bloccato dalla rivolta popolare. La protesta si è poi rinsaldata con i sentimenti anti-comunisti e anche anti-cinesi. Ma ora, secondo le anticipazioni, chi si macchiasse di reati contro la sicurezza nazionale della Cina, potrebbe finire davanti ai giudici di Pechino che in materia hanno un record del 99 per cento di condanne. E la governatrice Carrie Lam avrà anche il potere di nominare giudici di scelta governativa per istruire casi di sicurezza nazionale (cinese). Significa che i magistrati internazionali che fanno parte del sistema giudiziario hongkonghese potranno essere estromessi dai processi sensibili. La Xinhua sostiene che Pechino manterrà la giurisdizione per reati contro la sicurezza in «certe circostanze», in «casi estremamente rari». I termini sono vaghi, ma è certo che sarà la nuova Agenzia di sicurezza, dotata di una sua intelligenza nel territorio ad autonomia speciale, a selezionare questi casi e decidere come giudicarli e punirli. Secondo la Xinhua, la bozza afferma che le nuove norme hanno il sopravvento su quelle attualmente in vigore a Hong Kong, se si dovrebbero verificare contraddizioni. La giustizia, Continua a leggere su: Corriere.it
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