Due opere di diversa importanza, ma ugualmente affascinanti, sulle orme degli architetti Vanvitelli, immerse tra le province di Napoli e Caserta, Una, la Reggia di Caserta, non ha bisogno di sedi: semplicemente, uno dei palazzi nobiliari più belli d’Europa. L’altra, un casino di caccia chiamata “Casina Vanvitelliana” – costruita in posizione pittoresca su un’isoletta del lago Fusaro, nel comune di Bacoli, in provincia di Napoli – è meno nota, ma ugualmente meritevole di attenzione. Artefici di tanta bellezza sono gli architetti Luigi Vanvitelli, geniale capostipite dello stile Neoclassico, e il figlio Carlo, che ne seguì le orme. Il progetto della Reggia di Caserta fu affidato a Luigi Vanvitelli intorno alla metà del ‘700, ma anche il figlio Carlo partecipò alla sua “nascita” durante e dopo la morte del padre. Per volontà del re, Carlo III di Borbone, il “Palazzo Nuovo” non doveva essere inferiore a Versailles per magnificenza e opulenza. Sappiamo che il progetto iniziale prevedeva anche la presenza di un acquedotto che avrebbe dovuto alimentare il futuro opificio di San Leucio, ma i successori del sovrano ne trasformarono la destinazione d’uso alla lavorazione della seta, e non servì più. La pianta della Reggia è di forma rettangolare con affaccio su quattro cortili. La presenza del portico, punto di fuga prospettico, garantisce il raccordo tra il Parco Reale e la cascata, creando un grande impatto scenografico. Ad arricchire la struttura non poteva mancare la tipica arte scenografica e decorativa del Settecento. Muovendosi al suo interno, ci si imbatte nello Scalone d’onore, che conduce agli Appartamenti Reali e alla Cappella Palatina. Quest’ultima presenta una planimetria simile a quella di Versailles. Il primo piano del Palazzo era destinato agli Appartamenti Reali dei Borbone, ricchi di bassorilievi, stucchi, affreschi e pavimenti a intarsio: l’ala nord-est, in particolare, era destinata alla regina; mentre al re e al principe ereditario era dedicato il versante meridionale. Dal 1921, col passaggio della proprietà del Palazzo dalla famiglia Savoia, Continua a leggere su: Tuttosport.com
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