La Procura di Lodi aveva chiesto l’ergastolo, contestando anche l’aggravante della premeditazione, La vittima Amato Dipaola Lodi, 1 luglio 2020 – La corte d’assise di Milano ha condannato oggi a 22 anni di reclusione e successivi tre anni di libertà vigilata Sebastian Ganci, 41 anni, ex guardia giurata di Tavazzano con Villavesco (Lodi). La mattina dello scorso 11 agosto, l’uomo sparò più colpi della propria pistola d’ordinanza contro il cugino Amato Dipaola, 29 anni, di Cerignola (Foggia), uccidendolo all’interno dell’abitazione in via Di Vittorio, a Tavazzano, in peda a un raptus di gelosia. Il 29enne era ospite del cugino più grande da alcuni giorni e quest’ultimo lo aveva trovato in atteggiamenti intimi con una 17enne romena, che la guardia giurata aveva accolto in casa da diverse settimane e di cui si era innamorato. La Procura di Lodi aveva chiesto l’ergastolo, contestando anche l’aggravante della premeditazione, la corte d’assise di Milano ha ritenuto invece sussistere la sola aggravante dei futili motivi e ha concesso le attenuanti generiche considerando che Ganci era incensurato aveva fatto la sua piena confessione resa poche ore dopo i fatti. La guardia giurata si era, infatti, rifugiata da una parente a Milano e, dopo poco, si era consegnato alle forze dell’ordine. Si sono costituiti parte civile i genitori e la sorella della vittima, liquidati dalla corte con provvisionali per complessivi 250mila euro. (ANSA). © Riproduzione riservata Iscriviti alla community per ricevere ogni giorno la newsletter con le notizie della tua città, Continua a leggere su: Ilgiorno.it
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