Con la mossa del referendum sulla giustizia Matteo Salvini è tornato protagonista, dividendo anche i suoi avversari. La proposta del referendum ha ricompattato il centrodestra e ha portato ad una…, Con la mossa del referendum sulla giustizia Matteo Salvini è tornato protagonista, dividendo anche i suoi avversari. La proposta del referendum ha ricompattato il centrodestra e ha portato ad una intesa coi radicali di Emma Bonino, che di fatto condurranno la battaglia al fianco del leader della Lega, spaccando così il centrosinistra, visto che anche ItaliaViva e Azione alla fine sosterranno i quesiti referendari . Si tratta di un referendum abrogativo, cioè di quello previsto dall’articolo 75 della Costituzione, con diversi quesiti. Tra questi l’abrogazione delle disposizioni di legge del regio decreto n. 12 del 1941 e successive modifiche che vengono apportate ai magistrati inquirenti di passare alla magistratura giudicante e viceversa, l’abrogazione dei limiti legislativi previsti dalla legge n. 117 del 1988 che riparano i giudici dalla responsabilità civile introdotta dalla medesima legge e l’abrogazione delle norme vigenti sulla elezione dei membri degli organi del Consiglio superiore della magistratura. Occorre anzitutto raccogliere 500mila firme valide tra i cittadini che hanno il diritto di voto e superare il filtro di ammissibilità dei quesiti referendari in Corte costituzionale. Sul primo aspetto occorrerà raccogliere non meno di un milione di firme perché il controllo da parte della Corte di Cassazione – visto il tema – sarà scrupoloso e puntiglioso, mentre sulla ammissibilità dei quesiti occorrerà interessare anche i giuristi di quella parte della sinistra d’accordo con questo referendum (ItaliaViva e PiùEuropa) perché – inutile negarlo – se restasse un referendum leghista si rischierebbe la stessa fine del quesito sulla legge elettorale che Calderoli si è visto respingere senza peraltro validi motivi. Occorre dunque coinvolgere nella raccolta delle firme e nell’elaborazione dei quesiti una parte del centrosinistra: Renzi, Bonino e Calenda sono sufficienti per mandare in tilt i giallo-rossi. La raccolta firme dovrebbe iniziare il prima possibile, col rischio che Pd, LeU e M5S spingano, Continua a leggere su: Liberoquotidiano.it
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