Sottosegretario intervistato da Il Mattino
Roma, 7 gen. (askanews) – “Il modello Caivano ha funzionato: per questo abbiamo deciso di esportarlo anche per altre realtà. Alla base, però, c’è un lavoro collettivo che prevede una grande sinergia istituzionale: altrimenti tutto questo non sarebbe possibile”. Così Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri in un’intervista a Il Mattino, dopo la pubblicazione del decreto che, sul modello Caivano, individua sette aree periferiche da Nord a Sud, da riqualificare.
“Questa era l’intenzione sin dall’inizio: già nel momento in cui, era il 31 agosto 2023, Giorgia Meloni venne a Caivano raccogliendo l’appello di don Maurizio Patriciello dopo la violenza contro due ragazzine. Da subito, appena ideato il progetto, abbiamo pensato di allargarlo ad altre situazioni di degrado su cui intervenire. E man mano che si andava avanti per parco Verde, è venuto naturale che si potesse esportare quel modulo operativo su altre realtà disagiate del Paese, pur rispettando le specificità degli altri territori”, ha spiegato.
“Questa volta l’approccio è cambiato. Guardi, in passato, ci si è concentrati spesso solo sulle operazioni di polizia: ero sottosegretario agli Interni con Roberto Maroni ministro e ricordo il lavoro di Alto impatto nel Casertano che diede eccellenti risultati nella lotta contro i clan della camorra. Stavolta, invece, si è puntato non solo sul ripristino della sicurezza ma procedendo, in piena sinergia, per togliere tutti i motivi principali di degrado. Anzitutto creando spazi e modelli per i più giovani affinché possano trovare alternative valide alla camorra. Non è stato solo uno stanziamento di risorse ma anche un lavoro collettivo per progettare modelli di sviluppo e riqualificazione duratura”, ha detto ancora.
Mantovano: modello Caivano funziona perché c’è collaborazione

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