FIRENZE – “La cosa migliore che potete fare per sostenere il mio mandato di relatrice speciale dell’Onu è fare cose concrete, come ha fatto il sindaco di Sesto Fiorentino. Se una cosa ci sta insegnando la Palestina è l’imperativo a tenere la schiena dritta, a fare le cose eticamente. Appalti etici, consumi etici, acquisti etici: questo ci ridà potere come cittadine e cittadine”. È quanto ha evidenziato Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati, intervenendo ieri sera a Sesto Fiorentino nel corso dell’iniziativa “Il coraggio della pace disarma” all’Unione operaia di Colonnata.
Il riferimento, si spiega da Avs con una nota, “è alla campagna di boicottaggio dei prodotti farmaceutici israeliani, una scelta che Albanese ha definito ‘rivoluzionaria’”, avviata lo scorso luglio nelle otto farmacie comunali di Sesto. “Ringrazio Albanese per l’apprezzamento alla campagna di boicottaggio, ma soprattutto per la tenacia e il coraggio con cui sta portando avanti il proprio mandato, sottoposta a pressioni e vere e proprie campagne diffamatorie mai condotte prima contro chi negli anni ha ricoperto il suo incarico”, ha commentato il sindaco di Sesto, Lorenzo Falchi. “Quello che abbiamo deciso di fare insieme alla nostra azienda delle farmacie è un atto di coerenza. Come ci ha richiamato a fare Albanese, è un modo per tenere la schiena dritta di fronte a un genocidio, a un tentativo di annientamento e cancellazione di un intero popolo”, aggiunge Falchi che Avs schiera alle prossime regionali.
I dati di questi primi tre mesi di boicottaggio “hanno visto ridursi di un quarto gli incassi derivanti da prodotti di aziende israeliane, ma comunque salire il fatturato complessivo dell’azienda”, osserva Falchi che è anche membro della segreteria nazionale di Si. È il segno, conclude, di una comunità che ha compreso l’iniziativa, l’ha condivisa e che si chiede che cosa possiamo fare per fermare Israele. Il nostro è un piccolo gesto, una goccia nel mare, a cui stanno seguendo tante altre gocce: altri Comuni si sono uniti con iniziative simili e sempre più persone quasi quotidianamente scendono in piazza in tutta Italia per chiedere alla comunità internazionale di intervenire”.
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