“Assassini, assassini”. Lo gridano le centinaia di persone che questo pomeriggio hanno partecipato al corteo attorno al Palazzo della Regione Lombardia organizzato dai centri sociali milanesi e l’area antagonista. “Se …, “Assassini, assassini”. Lo gridano le centinaia di persone che questo pomeriggio hanno partecipato al corteo attorno al Palazzo della Regione Lombardia organizzato dai centri sociali milanesi e l’area antagonista. “Se l’epidemia è stata una strage nella mia città e nella mia Regione – denuncia dal palazzo un sindacalista bergamasca – è perché ci sono dei responsabili a partire da chi per decenni ha tagliato sulla sanità pubblica”. Tra i manifestanti c’erano anche tanti volontari delle brigate di solidarietà che nei mesi della pandemia hanno distribuito pasti a migliaia di famiglie milanesi. Chiedono il “commissariamento” della Regione e un cambio di rotta in materia di politiche sanitarie: “Mai più un euro alla sanità privata, mai più medici di base che non vengono sostituiti, mai più anziani abbandonati a morire nelle Rsa”. A prendere parte al sit-in, i collettivi milanesi Zam, Lambretta, Fornace di Rho, mentre da Brescia sono arrivati gli antagonisti di Magazzino 47 e da Bergamo quelli di Pacì Paciana. Oggi in Edicola – Ricevi ogni mattina alle 7.00 le notizie e gli approfondimenti del giorno. Solo per gli abbonati. Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te. In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti ulteriori, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. La pubblicità, in un periodo in cui l’economia è ferma, offre dei ricavi limitati. Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, fondamentale per il nostro lavoro., Continua a leggere su: Ilfattoquotidiano.it
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