Aveva 68 anni, si è fatto travolgere volontariamente da un treno a Forlì lunedì pomeriggio. Nel ’68 entrò nel circolo del Ponte della Ghisolfa, di cui faceva parte anche Giuseppe…, Ha scelto di andarsene dove e come ha voluto, libertario fino in fondo, anche nella decisione di farla finita dopo una lunga depressione e problemi di salute, anche in famiglia, che ne avevano fiaccato l’animo e piegato la sensibilità. Quest’ultima, e la memoria, sono sempre state la parte prevalente dell’agire e della produzione di Paolo Finzi, milanese 68enne, militante anarchico fin dall’adolescenza e poi tante altre cose: la Crocenera – la società di mutuo soccorso che aiutava anche gli attivisti in carcere – la fondazione di A / Rivista anarchica che ha diretto a lungo pur rifiutando l’etichetta e il concetto stesso di direttore, l’amicizia politica e musicale con Fabrizio De André di cui è stato promotore infaticabile, l’impegno con la Fondazione Gaber a Rosignano, la testimonianza di una stagione irripetibile. Finzi è morto lunedì pomeriggio, travolto da un treno a qualche chilometro dalla stazione di Forlì, dov’era andato per l’ennesima iniziativa culturale. Il macchinista ha raccontato alla Polfer di aver visto un uomo gettarsi volontariamente dalla massicciata sui binari, senza riuscire a frenare. Non ha lasciato messaggi. Il suo battesimo del fuoco lo aveva avuto, come tutta la sua generazione, la sera del 12 dicembre 1969. Finì fermato per la strage di piazza Fontana, come tanti anarchici, in questura, nello stanzone al quarto piano dell’Ufficio Politico insieme a Giuseppe Pinelli, a Sergio Ardau e tanti altri militanti del Ponte della Ghisolfa e dello Scaldasole. Aveva 18 anni appena compiuti, Paolo Finzi, frequentava il terzo liceo al Carducci di Milano e quel giorno era a letto con l’influenza, come altri milioni di italiani in quel periodo. Per questo venne rilasciato, una differenza del 41enne ferroviere che tre notti dopo trovò la morte. Finzi comparve una settimana dopo davanti al giudice Ugo Paolillo, a rilasciare la sua testimonianza sulla fine di Pinelli., Continua a leggere su: La Repubblica
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