Lun 29 Settembre 2025
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Netanyahu dice sì al piano Usa per Gaza, Trump: se Hamas non accetta, appoggio a Israele per finire il lavoro

AttualitàNetanyahu dice sì al piano Usa per Gaza, Trump: se Hamas non accetta, appoggio a Israele per finire il lavoro

Roma, 29 set. (askanews) – “Siamo come minimo, molto, molto vicini. E penso che siamo oltre, molto vicini”: lo ha detto il presidente americano Donald Trump a proposito del raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco per Gaza nella conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. Trump ha poi ringraziato Netanyahu per aver accettato il suo piano per porre fine alla guerra a Gaza. “Se Hamas lo accetterà, l’accordo prevede il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti entro 72 ore”, ha confermato Trump.

Le persone attualmente nella Striscia di Gaza potranno scegliere tra rimanere nell’enclave palestinese o andarsene, con la possibilità di tornare. Lo ha annunciato la Casa Bianca nel suo piano per porre fine al conflitto. “Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e coloro che lo desiderano saranno liberi di farlo e di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore”, si legge nel documento.

Israele non occuperà né annetterà la Striscia di Gaza e consegnerà gradualmente i territori che occupa a una Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf), secondo il piano pubblicato dalla Casa Bianca per porre fine al conflitto israelo-palestinese. “Israele non occuperà né annetterà Gaza. A mano a mano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) ne ristabiliranno il controllo e la stabilità, si ritireranno secondo standard, tappe e tempistiche relative alla smilitarizzazione che saranno concordati tra le Idf, l’Isf, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini”, si legge nella dichiarazione. Il presidente americano Donald Trump ha affermato di ritenere che Hamas darà “una risposta positiva” al suo piano per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. In base al piano, i Paesi arabi e musulmani si impegneranno a smilitarizzare Gaza e a smantellare le capacità militari di Hamas e di tutte le altre organizzazioni terroristiche, ha detto Trump. Trump ha spiegato in conferenza stampa alla Casa Bianca con Benjamin Netanyahu che il suo piano per la pace a Gaza prevede un “Consiglio per la Pace”, un organismo internazionale presieduto da lui stesso e composto da leader di altri Paesi. Anche l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair ne farà parte, ha
detto. Hamas e le altre fazioni terroristiche non avranno alcun ruolo nel consiglio di amministrazione né nella futura governance di Gaza, né direttamente né indirettamente, né in alcun modo, ha aggiunto Trump confermando quanto scritto nella proposta. “Gaza sarà governata sotto la governance transitoria temporanea di un comitato palestinese tecnocratico e apolitico sotto la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il Peace Board, guidato e presieduto dal presidente Donald J. Trump”, si legge nella proposta diffusa al termine dell’incontro Trump-Netanyhau.

Le condizioni per la creazione di uno stato palestinese dipenderanno dalla riqualificazione di Gaza e dalla riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese. È quanto contenuto nel piano statunitense per porre fine al conflitto di Gaza. “Con il progredire della riqualificazione di Gaza e la fedele attuazione del programma di riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese, potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese”, si legge nel “Piano Globale per porre fine al conflitto di Gaza” pubblicato dalla Casa Bianca.

Il presidente Trump in conferenza stampa ha aggiunto che gli Stati Uniti sosterranno pienamente Israele nell’intraprendere qualsiasi azione necessaria se Hamas dovesse rifiutare il suo ultimo piano di pace. “E se Hamas rifiuta l’accordo, cosa sempre possibile, è l’unico rimasto. Tutti gli altri lo hanno accettato, ma ho la sensazione che avremo una risposta positiva”, ha detto Trump in una conferenza stampa con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Ma in caso contrario, come sai, Bibi, avrai il nostro pieno appoggio per fare ciò che dovrai fare”, ha detto. “Nessun presidente nella storia è stato più amico dello Stato di Israele di me”, ha dichiarato Donald
Trump, accanto a Benjamin Netanyahu, sottolineando il suo “grande rispetto” per lo Stato ebraico. “Continueranno a coesistere con gli altri nella regione”, ha aggiunto. Benyamin Netanyahu rimane “molto chiaro nella sua opposizione a uno Stato palestinese”, ha aggiunto, denunciando i numerosi recenti riconoscimenti dello Stato di Palestina. Molti palestinesi “vogliono la pace”, ha aggiunto Donald Trump, invitando il popolo palestinese a “assumersi la responsabilità del proprio destino”. “Ora è tempo che Hamas accetti questo piano”, ha aggiunto, definendo la sua proposta “estremamente giusta” e ritenendo che possa portare a una “pace eterna”.

Prima della conferenza stampa alla Casa Bianca e della trasmissione del piano ad Hamas però Taher al-Nono, consigliere per i media del capo dell’ufficio politico di Hamas, ha dichiarato a Reuters che il gruppo respinge alcune parti delle proposte di pace avanzate negli ultimi giorni.  “Non abbiamo ricevuto il piano di cui si sta parlando. Quando lo riceveremo, dichiareremo la nostra posizione al riguardo, in base agli interessi del nostro popolo”, ha detto. Riguardo ai piani della Casa Bianca, secondo cui l’ex primo ministro britannico Tony Blair guiderà un organismo temporaneo per governare la Striscia di Gaza, senza il coinvolgimento dell’Autorità Nazionale Palestinese nella prima fase, al-Nono ha dichiarato: “Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo concordato di formare un comitato che non rappresenti nessuna delle fazioni palestinesi per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di sostenere il piano globale del
presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine al conflitto a Gaza, aggiungendo che il documento raggiunge gli obiettivi di guerra di Israele. “Sostengo il vostro piano per porre fine alla guerra a Gaza, che raggiunge i nostri obiettivi di guerra. Riporterà in Israele tutti i nostri ostaggi, smantellerà le capacità militari di Hamas, porrà fine al suo dominio politico e garantirà che Gaza
non rappresenti mai più una minaccia per Israele”, ha dichiarato Netanyahu durante una conferenza stampa congiunta con Trump alla Casa Bianca.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di aver discusso di altre questioni con il
primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu oltre alla fine della guerra a Gaza, che dovrebbe portare al raggiungimento di una “pace eterna in Medio Oriente”. “Non sto parlando solo di Gaza. Gaza è una cosa, ma stiamo parlando di molto più di Gaza, dell’intero accordo, di come tutto
si risolva. Si chiama pace in Medio Oriente”, ha detto Trump ai giornalisti dopo i colloqui. Il presidente ha aggiunto che Gaza fa parte di un quadro più ampio che include anche “l’Iran, il commercio, l’espansione degli Accordi di Abramo”.  Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di sperare che un giorno gli Stati Uniti possano andare d’accordo con l’Iran e che il Paese possa aderire agli Accordi di Abramo. “Forse anche l’Iran potrebbe entrare. Speriamo di riuscire ad
andare d’accordo con l’Iran. Penso che saranno aperti. Credo davvero che potrebbero diventare membri. Ho detto tempo fa, scommetto che a un certo punto l’Iran diventerà membro degli Accordi”, ha dichiarato Trump in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Infine, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ringraziato personalmente una serie di leader musulmani, tra cui il re saudita Salman Al Saud, l’emiro del Qatar Tamim al Thani, il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Bin Zayed e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed. I leader “ci hanno dato idee, cose con cui possono convivere, cose con cui non possono convivere, piuttosto complesse”. Ha ringraziato anche il re di Giordania Abdullah e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, un feroce critico di Israele e sostenitore di Hamas. “È un mio amico, è un uomo forte, ma una brava persona”, ha detto Trump di Erdogan davanti alla stampa a fianco di Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. Trump ha poi ringraziato il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi, il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif e il presidente indonesiano Prabowo Subianto, che la scorsa settimana ha parlato di Israele in termini sorprendentemente calorosi alle Nazioni
Unite. Il mio piano, ha concluso Trump, “significa la fine immediata della guerra stessa, non solo di Gaza”.

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