Dom 13 Ottobre 2024
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No all'esame dei reperti del caso Yara: ricorso in Cassazione dei legali di Bossetti

Notizie dal webNo all'esame dei reperti del caso Yara: ricorso in Cassazione dei legali di Bossetti

A novembre saranno dieci anni dalla morte della ginnasta di Brembate, Massimo Bossetti Bergamo, 22 luglio 2020 – A novembre saranno dieci anni dalla morte di Yara Gambirasio. Massimo Bossetti è in carcere. Ma la storia pare allungarsi all’infinito. I difensori del muratore di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, si sono rivolti alla Cassazione per chiedere che vengono annullate le ordinanze con cui la Corte d’Assise di Bergamo ha respinto come inammissibile la loro richiesta di esame di 98 reperti: le provette con 54 campioni di Dna, gli indumenti, la biancheria, le scarpe da ginnastica che la sedicenne di Brembate di Sopra portava quando venne sequestrata, la sera del 26 novembre 2010, per essere poi lasciata morire. Le date. Il 27 novembre la Corte d’Assise di Bergamo accoglie e autorizza anche l’esame del Dna dei vecchi campioni. Il 30 novembre i difensori Salvagni e Camporini notificano la decisione alla procura di Bergamo e all’ufficio corpi di reato e chiedono la conservazione dei reperti. Il 2 dicembre il presidente della Corte d’Assise, Giovanni Petillo, invia un provvedimento all’ufficio corpi di reato con cui precisa che quanto autorizzato deve essere inteso come una “ricognizione”, alla presenza della polizia giudiziaria, e quindi non sono consentiti esami invasivi. Il 9 dicembre i legali di Bossetti chiedono quali devono essere le modalità e la tempistica. Il 15 gennaio di quest’anno la Corte d’Assise bergamasca dispone la confisca di tutti i reperti. Il 4 marzo e il 3 aprile nuove istanze della difesa per conoscere modi e tempi dell’esame. Il 26 maggio l’Assise respinge. Il 10 giugno l’istanza viene inoltrata all’ufficio corpi di reato, ma a rispondere è la Corte d’Assise e ancora una volta in maniera negativa. C’è ancora un passaggio, prima che la difesa decida di rivolgersi alla Suprema Corte. Abbiamo chiesto – dice Salvagni – informazioni sulle condizioni dei reperti. Nessuna risposta “., Continua a leggere su: Ilgiorno.it

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