Milano, 7 ott. (askanews) – Centocinquanta Cantine suddivise in tre categorie: è la nuova formula annunciata da Wine Spectator per “OperaWine 2026”, la super degustazione inaugurale di Vinitaly, in programma l’11 aprile a Verona. La lista è stata svelata a Chicago, in chiusura della prima giornata di Vinitaly.USA e del wine2wine Vinitaly Business Forum. Da quest’anno la storica testata specializzata statunitense introduce una classificazione inedita: “Legacy Icon”, “Classic” e “New Voices”, che porta il numero dei produttori selezionati da 130 a 150, con 25 nuovi ingressi assoluti e 45 Cantine mai presenti prima.
Le “Legacy Icon” riuniscono 31 aziende che hanno partecipato a tutte le edizioni di OperaWine e che rappresentano la storia del vino italiano nel mondo. Tra queste, Masciarelli per l’Abruzzo; Feudi di San Gregorio e Mastroberardino Agricola per la Campania; Livio Felluga per il Friuli Venezia Giulia; Famiglia Cotarella per il Lazio; Ca’ del Bosco e Nino Negri per la Lombardia; Umani Ronchi per le Marche; Aldo Conterno, Giuseppe Mascarello & Figlio e Paolo Scavino per il Piemonte; Tormaresca Tenuta Bocca di Lupo per la Puglia; Donnafugata, Planeta e Tasca d’Almerita per la Sicilia; Ferrari Trento per il Trentino-Alto Adige; Antinori, Castellare di Castellina, Castello di Ama, Castello di Volpaia, Fèlsina, Fontodi, Marchesi Frescobaldi, Mazzei, Ornellaia e Tenuta San Guido per la Toscana; Lungarotti per l’Umbria; Allegrini, Masi Agricola, Pieropan e Zenato per il Veneto.
Le “Classic”, 69 in totale, rappresentano l’eccellenza consolidata nelle diverse regioni italiane, tra realtà storiche e protagonisti di lunga tradizione. In Abruzzo è presente D’Angelo; in Friuli Venezia Giulia Borgo del Tiglio, Jermann, Marco Felluga Russiz Superiore e Vie di Romans; in Liguria Lvnae Bosoni; in Lombardia Arpepe, Bellavista e Guido Berlucchi; nelle Marche Bisci e Garofoli; in Piemonte Braida di Giacomo Bologna, Cavallotto, Ceretto, Cogno, Elio Altare, G.B. Burlotto, G.D. Vajra, Giacomo Borgogno & Figli, Marchesi di Grésy, Massolino, Oddero Poderi e Cantine, Pio Cesare, Pira Chiara Boschis, Produttori del Barbaresco, Ratti, Roagna, Sandrone e Vietti; in Sardegna Argiolas e Tenute Sella & Mosca; in Sicilia Benanti, Duca di Salaparuta, Passopisciaro e Tenuta delle Terre Nere; in Trentino-Alto Adige Cantina Terlano, Elena Walch, J. Hofstätter, St. Michael-Eppan Winery e Tenuta San Leonardo; in Toscana Altesino, Argiano, Biondi-Santi, Boscarelli, Canalicchio di Sopra, Caprili, Carpineto, Casanova di Neri, Castello Banfi, Castello di Albola, Castello di Monsanto, Castello Romitorio, Eredi Fuligni, Fattoria Le Pupille, Il Poggione, Isole e Olena, Le Macchiole, Ricasoli, Rocca delle Macìe, Siro Pacenti e Valdicava; in Umbria Antinori Castello della Sala, Arnaldo Caprai e Tabarrini; in Veneto Bertani, Nino Franco, Roberto Anselmi, Romano Dal Forno e Tedeschi.
Le “New Voices”, 50 Cantine nate o affermatesi dagli anni Novanta, portano invece il segno dell’innovazione e di una nuova generazione di produttori. Tra queste La Valentina per l’Abruzzo; Elena Fucci per la Basilicata; Colli di Lapio, Galardi, Quintodecimo, San Salvatore 19.88 e Terre di Valter per la Campania; Chiara Condello per l’Emilia-Romagna; Bastianich per il Friuli Venezia Giulia; Terenzuola e Terre Bianche per la Liguria; Villa Bucci per le Marche; Catabbo per il Molise; Ca’ Viola, Mauro Veglio e Trediberri per il Piemonte; Felline, Gianfranco Fino e Masseria Li Veli per la Puglia; Agripunica per la Sardegna; Ammura, Arianna Occhipinti, F. Tornatore, Feudo Maccari, Feudo Montoni, Giovanni Rosso, Graci e Pietradolce per la Sicilia; Maso Martis per il Trentino-Alto Adige; Argentiera, Biserno, Grattamacco, Il Molino di Grace, Ipsus, Istine, Lamole di Lamole, Le Chiuse, Podere Salicutti, Poggio al Tesoro, Riecine, Rocca di Frassinello, Rocca di Montegrossi, San Filippo, Tenuta di Arceno, Tenuta di Trinoro e Tolaini per la Toscana; Tenuta Castelbuono per l’Umbria; Biancavigna, Gerardo Cesari e Zyme per il Veneto.
La Toscana si conferma la regione più rappresentata con 48 produttori, seguita da Piemonte (24), Sicilia (15) e Veneto (12), segno della forza trainante di queste aree nell’identità enologica italiana.
“OperaWine è un evento simbolo e rappresenta la nostra unica degustazione internazionale” ha affermato Alison Napjus, giornalista e tasting director della rivista Usa (che dal 2012 organizza con Veronafiere-Vinitaly “OperaWine”), aggiugendo che “per me e per Bruce Sanderson, senior editor, le Cantine protagoniste a Verona sono fonte di ispirazione e di esplorazione del vino italiano, selezionato nei nostri blind tasting. Per il 2026 abbiamo ampliato la rappresentatività introducendo le ‘New Voices’, con l’obiettivo di sviluppare nuove categorie tematiche per le prossime edizioni”.
Dopo Vinitaly.USA, il calendario internazionale di Veronafiere proseguirà in Giappone (Tokyo, 17 e 18 novembre), Serbia (Belgrado, 22-25 novembre), Albania (Tirana, 26 novembre), quindi in Tailandia e India a dicembre. Nel 2026 sono previste tappe in India (Mumbai e Panaji-Goa, 16 e 18 gennaio), Polonia (Varsavia, fine gennaio), Norvegia (Oslo, febbraio) e Cina (Chengdu, 22-25 marzo), prima della 58esima edizione di Vinitaly a Verona (12-15 aprile 2026). Confermato anche Vinitaly.USA 2026.