Nel giorno dell’intesa sul Recovery Fund il giornalista e senatore ex M5S presenta la sua nuova creatura politica che si propone di traghettare l’Italia fuori dalla moneta unica: “I soldi…, Un tempismo perfetto: volare a Londra dal leader del Brexit Nigel Farage per lanciare il suo nuovo partito che punta tutto sull’uscita dell’Italia dall’euro proprio nel giorno in cui l’Europa firma lo storico accordo sul Recovery Fund. Ma Gianluigi Paragone, ex senatore M5S ora nel gruppo Misto, si giustifica così: “Avevo programmato quell’incontro da giorni, non potevo immaginare l’esito delle trattative europee”. Paragone, allora come si chiamerà la sua creatura politica? Italexit? “No no, è un segreto, lo scoprirete giovedì”. E il simbolo? Avrà il tricolore? “Non dico nulla. Tutto quello che è circolato finora era finalizzato al merchandising. Dovrò pure autofinanziarmi in qualche modo”. Il suo partito si propone di traghettare l’Italia fuori dall’Europa e dalla moneta unica. Iera era da Farage mentre l’Ue ha trovato l’accordo sul Recovery Fund. Ci arriverà una pioggia di soldi che nemmeno il Piano Marshall e lei pensa a uscire? “E lei crede che questi soldi andranno agli italiani? Il danaro sarà girato alle banche, i cittadini non vedranno un centesimo. Quello di stanotte è il miglior accordo possibile solo per tenere in vita l’inganno eruopeo”. Non le sembra un discorso un po ‘superficiale? “Il cittadino europeo non esiste, l’Europa è solo una somma di personalismi dei vari Stati. Tanto tra un po ‘crolla tutto”. In che senso? “Stanno smontando l’intelaiatura finanziaria degli Stati membri per costruire un grande Boh!”. Il grande Boh? Che fa, cita Jovanotti? Che intende? “Guardi, è come se l’Europa avesse detto a un assetato: ti dò una bottiglia d’acqua, però attento, per bere devi metterti in posizione supina con le mani dietro la schiena”. C’era proprio bisogno di un nuovo partito sovranista? Non bastavano già la Lega e Fdi? “Non c’è nessun partito in Italia che dice esplicitamente di voler uscire dall’Ue e dall’unione monetaria. Penso a costruire, Continua a leggere su: La Repubblica
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