Con il nulla osta arrivato dalla Corte dei Conti si conclude l’iter approvativo del piano “Transizione 4.0”. Per le aziende 7 miliardi di sgravi fiscali., Dalla Corte dei conti è arrivato il nulla osta al piano “Transizione 4.0” del Ministero dello Sviluppo Economico e, nelle prossime ore, il decreto attuativo, firmato lo scorso 28 maggio dal ministro, verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ciò vuol dire che, nel giro di qualche giorno, le aziende che producono accesso ai 7 miliardi di agevolazioni per investimenti in beni strutturali, oppure in ricerca, innovazione, sviluppo e design. Una misura che dà continuità al piano Industria 4.0 voluto dall’ex ministro Carlo Calenda e al piano Impresa 4.0. A differenza di questi ultimi, però, con il nuovo piano di incentivi fiscali scompaiono dal radar l’iper e superammortamento, due misure particolarmente apprezzati dalle aziende italiane negli anni passati. Stando a quanto afferma il Ministro Patuanelli, però, non si tratta di un addio definitivo, quanto di un arrivederci. Le due misure potrebbero essere presto reintrodotte, dando modo alle aziende di scegliere cosa preferiscono. Transizione 4.0: primo passo verso la “stabilizzazione” Come spiegato dal ministro dello Sviluppo Economico, l’obiettivo del Governo è quello di rendere strutturali gli incentivi a favore dell’innovazione tecnologica e digitale, così alle aziende di programmazione per tempo gli investimenti in questi settori. Secondo Patuanelli, i piani dovrebbero avere una durata almeno triennale, così da offrire un orizzonte più ampio e sicuro alle aziende. Questa, però, non è l’unica novità annunciata dall’esponente del Movimento 5 stelle. Il nuovo piano di investimenti, infatti, darà modo alle aziende di anticipare il momento di fruizione dell’incentivo fiscale. Il credito, infatti, potrà essere compensato già a partire dal mese di gennaio successivo a quello dell’investimento, per le imprese un immediato vantaggio. Transizione 4.0: presto la “doppia opzione” Come anticipato, inoltre, l’Esecutivo dovrebbe presto introdurre una possibilità di scelta per le aziende che, un fronte degli investimenti in innovazione, potrebbe optare tra due diverse forme, Continua a leggere su: Quifinanza.it
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