Mar 07 Ottobre 2025
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Premio Malaparte, Bruno Guerri: “Aramburu maestro anche nel racconto, genere dimenticato in Italia”

Dall'Italia e dal MondoPremio Malaparte, Bruno Guerri: "Aramburu maestro anche nel racconto, genere dimenticato in Italia"

(Adnkronos) – “È un grande scrittore, come tutti i vincitori del Premio Malaparte. In questo caso abbiamo voluto premiare non soltanto il successo mondiale di Patria, ma anche la sua straordinaria capacità di scrivere racconti, un genere purtroppo trascurato in Italia più dagli editori che dai lettori”. Così Giordano Bruno Guerri, giurato del Premio Malaparte, è intervenuto a Capri, al dibattito pubblico con Fernando Aramburu, vincitore dell’edizione 2025. 

Guerri ha denunciato la scarsa attenzione del mercato editoriale italiano per la forma breve: “Gli editori ripetono che i racconti non si vendono, ma non si vendono perché non vengono promossi né pubblicati. Così si scoraggiano gli scrittori dal cimentarsi con un genere che, invece, rappresenta una delle forme più alte della narrativa. Aramburu dimostra che il racconto può essere un capolavoro: i suoi sono piccoli romanzi, e ciascuno lascia nel lettore il desiderio che continui per cento pagine. Questa è la magia della sua scrittura”. 

Il giurato ha sottolineato anche la profondità psicologica dell’autore spagnolo: “Aramburu coglie la natura degli esseri umani fino in fondo. Oggi ha detto una cosa che fa riflettere: se sapessimo cosa pensa realmente di noi perfino la persona che ci ama di più, forse scapperemmo. Ecco, lui ci fa entrare in quei pensieri, nei luoghi più nascosti della coscienza, con una prosa che mette a nudo fragilità, paure e contraddizioni”. 

L’incontro, come da tradizione del Premio Malaparte, ha aperto uno spazio di confronto tra lo scrittore premiato, la giuria e il pubblico, mettendo in dialogo diverse voci sul ruolo della narrativa oggi. Ne è emerso il ritratto di un autore capace di raccontare il dolore collettivo, la memoria storica, ma anche i dettagli più intimi della vita quotidiana, facendo della letteratura non solo un antidoto alla brutalità, ma anche uno specchio che riflette le verità più scomode. 

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