Roma, 30 set. (askanews) – Primo caso di influenza aviaria nella stagione autunnale. Il contagio si è verificato in uno stabilimento di polli broiler a Povoletto, in provincia di Udine. Lo rende noto Confagricoltura Verona. Nella scorsa stagione furono 25 i casi in regione, sui 56 totali in Italia, che vide l’abbattimento di milioni di capi e il blocco dell’attività dovuto alle Zur (Zone di ulteriore restrizione) istituite nei territori colpiti. Furono 37 gli uccelli selvatici in cui venne trovato il virus H5N1, in particolare nelle province di Venezia, Verona, Padova e Rovigo: alzavole, gabbiani, oche, anatre selvatiche, germani reali, barbagianni, aironi, picchi, cormorani e falchi.
E domani alle 10 a Este si svolgerà il primo incontro organizzato da Confagricoltura Padova, nell’ambito dell’Ottobre della Zootecnia e dedicato proprio all’avicoltura. Tra gli interventi è previsto, infatti, quello di Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che illustrerà il Piano strategico nazionale contro l’influenza aviaria ad alta patogenicità. Piano, che, ad oggi, non è stato ancora ufficializzato.
“Abbiamo visto solo girare alcune bozze, passibili di modifiche – spiega Diego Zoccante, presidente degli avicoltori di Confagricoltura Verona – Siamo ansiosi di sapere quali saranno le misure messe in atto per difendere gli animali da questo virus tremendo, che nella scorsa stagione ha avuto un impatto economico notevole anche in termini sanitari. Purtroppo ci aspettavamo che una nuova epidemia di aviaria fosse alle porte, dato che erano stati rilevati nel Nord Europa casi di positività e che, con l’abbassamento delle temperature, gli uccelli migratori avrebbero portato il virus nel Nord Italia”.
Udine non è una provincia tradizionalmente colpita, ma è alle porte del Veneto e perciò c’è già allerta. “Ad oggi non ci sono novità sul possibile vaccino – prosegue – anche se la convinzione che sia necessario si sta facendo strada e sono in corso studi sul possibile utilizzo, alla luce di pro e contro. Quel che è certo, invece, è che stiamo aspettando gli indennizzi per i danni dal 2022, e ad oggi non vediamo la luce in fondo al tunnel”.
Sul nuovo piano strategico relativo all’influenza aviaria trapelano alcune indiscrezioni: “l’idea di fondo è di fermare preventivamente alcuni allevamenti, nelle zone ad altissima densità o alto rischio – riferisce Zoccante – Si parla, in particolar modo, di tacchini, più sensibili alla malattia. La novità rilevante è che, contestualmente al fermo, dovrebbe partire un indennizzo, dettaglio che per gli allevamenti sarebbe fondamentale, dato che i risarcimenti arrivano dopo anni, mettendo le aziende agricola in una situazione di forte difficoltà economica”.