Ven 24 Ottobre 2025
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Private debt, investimenti in crescita del 66% nel primo semestre 2025

NewsPrivate debt, investimenti in crescita del 66% nel primo semestre 2025

Rilevazione AIFI in collaborazione con CDP

Nel primo semestre del 2025, il totale raccolto nel settore del private debt ha raggiunto 464 milioni di euro, segnando una diminuzione del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa informazione è stata fornita da AIFI in collaborazione con CDP.

La principale fonte di raccolta proviene dalla Pubblica Amministrazione e dai fondi di fondi istituzionali, che rappresentano il 42%. A seguire ci sono i fondi pensione e le casse di previdenza con il 20%, e poco meno del 20% deriva dalle banche. Sul fronte della provenienza geografica, la parte domestica ha costituito quasi l’intero ammontare raccolto, pari al 99%.

Nella prima metà dell’anno, gli investimenti hanno raggiunto i 2,112 miliardi di euro, con un incremento del 66%. In totale, 94 aziende hanno ricevuto finanziamenti, con un aumento di 18 unità. Se si escludono le operazioni di importo superiore a 100 milioni di euro, il totale ammonta a 1,073 miliardi, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024, che corrispondeva a 996 milioni.

Il 61% delle operazioni è stato realizzato da attori domestici, mentre il 78% del valore totale è stato investito da operatori internazionali. Analizzando come sono stati strutturati i finanziamenti, si osserva che nel 40% dei casi si è trattato di club deal, ovvero operazioni strutturate da un numero limitato di soggetti. I finanziamenti hanno costituito il 73% delle operazioni, mentre il 23% si riferisce a sottoscrizioni di obbligazioni. Le informazioni sulla struttura delle operazioni rivelano una predominanza di finanziamenti senior.

Per quanto riguarda le garanzie, il pegno su azioni è il più comune, presente nel 61% delle operazioni, seguito dal pegno su quote, utilizzato nel 16% dei casi. La durata media delle operazioni è di quasi sei anni, e il tasso d’interesse applicato è un spread medio di 4,90 punti percentuali sopra l’Euribor, che generalmente è a sei mesi; in circa un terzo dei casi, i finanziamenti sono legati a criteri ESG.

Per quanto concerne gli obiettivi, il 48% dell’importo investito ha riguardato operazioni destinate allo sviluppo, con la crescita esterna rappresentante il principale componente al 39%, mentre il finanziamento per i buy out ha attirato il 27% del totale. In termini numerici, le operazioni di buy out hanno avuto la prevalenza (42%), seguite dai progetti di sviluppo (37%).

In relazione alle caratteristiche delle società in cui si investe, dal punto di vista geografico, la Lombardia si conferma come la principale area con il 41% del totale delle operazioni, seguita dal Veneto con il 14%. Considerando le aree di attività delle aziende target, il settore dei beni e servizi industriali occupa la posizione di vertice, rappresentando il 22% degli investimenti, mentre il settore dell’energia e ambiente si colloca al secondo posto con il 16%. Per quanto riguarda le dimensioni delle aziende mirate, il 49% dei fondi investiti ha interessato compagnie con meno di 250 dipendenti.

“Per quanto concerne gli investimenti, durante i primi sei mesi dell’anno l’attività legata al private debt ha avuto un’attenzione bilanciata sia verso le piccole che verso le grandi aziende, offrendo capitale per espansioni e sostenendo le società di private equity nelle operazioni di acquisizione con leva” afferma Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI. “Dall’altro lato, i valori di raccolta rimangono contenuti e si registra una ulteriore diminuzione del 21% – conclude – è necessaria un’azione sistematica per accrescere le dimensioni degli operatori italiani”.

Giovanni Lombardi Stronati

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