Nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, gli imputati rispondono alle domande del pm Fabio Sozio, della giuria e degli avvocati, “Non si fermava più… buttava mazzate e mentre picchiava i bambini le mazze si sono spezzate…”. Descrive violenze inaudite Valentina Casa, la madre di Giuseppe, il bimbo di 6 anni morto il 27 gennaio 2019 a Cardito (Napoli), ucciso dai colpi di bastone sferrati dal suo ex compagno Tony Essobdi Badre, 25 anni, figlio di un immigrato del Marocco e di una donna italiana, insieme con lei sotto processo a Napoli. “Volevo rilassarmi un poco ma i bambini saltavano sul letto. Mi è venuto un raptus di follia e mi si è spento il cervello, li picchiai ma non volevo ammazzarli” sostieneTony Essobdi Badre. Oggi nell’aula 114 del Palazzo di Giustizia di Napoli è stata la volta degli interrogatori degli imputati. A rispondere alle domande del pm Fabio Sozio (che da gennaio sostituisce il pm Paola Izzo), dopo la madre di Giuseppe è l’assassino reo confesso. “Ho avuto un raptus di 5 minuti. Mi è venuto in cameretta e, dopo aver visto la struttura del letto rotta, è come se in quel momento mi si fosse spento il cervello”, racconta l’uomo. Ma sono stati molti i “non ricordo” con i quali l’imputato ha risposto alle domande del pm e anche degli avvocati di parte civile, anche in relazione alle percosse subite il giorno prima dell’omicidio da Giuseppe, per mano ancora una volta di Barde, mentre si trovavano in strada. A queste risposte il pm pià volte è intervenuto contestando al 25enne le circostanze che risultavano invece da altri interrogatori e da intercettazioni. Le parole della madre di Giuseppe sono angoscianti: “… In quel momento sembrava u diavolo… picchiava i bambini anche quando sono caduti…” poi, secondo la sua versione dei fatti, violenze anche contro di lei: “… mi ha tirato i capelli e mi ha dato un morso dietro i capelli “. Valentina ,, Continua a leggere su: La Repubblica
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