Da Annamaria Franzoni a Veronica Paparello, gli omicidi inaspettati…, In vent’anni oltre 480 bimbi morti in Italia per mano dei genitori: sei figlicidi su dieci sono commessi dalla madre, mentre i figli maschi sono le vittime prevalenti sia delle mamme che dei padri assassini. E il delitto, già insopportabile e apparentemente inspiegabile, diventa ancora più atroce se ad uccidere è la madre che con i figli ha il legame indissolubile per eccellenza, come nella tragedia di Medea. Dall’omicidio di Cogne a quello di queste ore a Mascalucia nel Catanese, il filo comune che lega i figlicidi sono i problemi di salute mentale e relazionale. Sono stati noi, ma il caso che sconvolse il Paese fu quello di Cogne, dove nel gennaio 2002 il corpo senza vita di Samuele Lorenzi, di 3 anni, venne trovato con profonde ferite alla testa nel letto dei genitori. La madre, Annamaria Franzoni, chiamò i soccorsi e chiese aiuto ai vicini. L’arma del delitto, forse una roncola, non fu mai trovata. Nonostante la condanna definitiva, Franzoni ha sempre negato l’infanticidio. Nel maggio 2002 a Valfurva, Loretta Zen uccise la piccola Vittoria, di 8 mesi, dopo averla messa nel cestello cestello della lavatrice e attivato il lavaggio. Fu il padre, una volta rientrato a casa con l’altra figlia di 11 anni, a scoprirlo. A Vieste (Foggia) nel luglio 2004 Giuseppina Di Bitonto soffocò i figli, di 2 e 4 anni, tappando loro la bocca con del nastro adesivo. Poi si suicida nello stesso modo. Un bimbo di cinque anni a Casatenovo (Lecco) nel 2005 annegò nella vasca per il bagnetto, a casa sua. La madre, Mery Patrizio, raccontò che dei ladri erano entrati in casa aggredendola e il figlio Mirko, rimasto solo, era scivolato nell’acqua. Due settimane dopo confessò il delitto. L’8 settembre 2005 a Merano un bambino di quattro anni viene ucciso a coltellate dalla, Continua a leggere su: ANSA.it
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