Gio 09 Ottobre 2025
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Regionali, chiusa ‘telenovela’ candidati centrodestra: Veneto a Lega. E Salvini apre su Lombardia

AttualitàRegionali, chiusa ‘telenovela’ candidati centrodestra: Veneto a Lega. E Salvini apre su Lombardia

Roma, 8 ott. (askanews) – Mesi di suspense, appuntamenti convocati e poi saltati, vertici negati, schiere di pretendenti, risentimenti personali e scuse pubbliche. In pratica tutti gli ingredienti per una telenovela perfetta. E oggi il centrodestra, di fatto al fotofinish, è riuscita finalmente a scriverne il capitolo finale. Dunque, a due settimane dalla data di consegna delle liste, a margine di un incontro sulla manovra, è stata trovata la quadra sui candidati presidenti per il secondo round di regionali che si terranno il 23-24 novembre.

Dopo settimane di braccio di ferro con Fratelli d’Italia, in Veneto la spunta la Lega che schiera il vice segretario, Alberto Stefani, sin dall’inizio ‘sponsorizzato’ da Matteo Salvini. In Campania, dopo uno scontro aperto tra i meloniani e Forza Italia che si è ricomposto solo oggi, ad avere la meglio è il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. In Puglia, probabilmente al più ostica delle prossime sfide, ci si affida a un civico, l’imprenditore ed ex presidente della Fiera del Levante, Luigi Lobuono.

Per tutto il tempo, la partita più delicata è stata quella del Veneto. Giorgia Meloni aveva chiaramente detto già mesi fa agli alleati che, essendo il primo partito, non si poteva negare a Fdi il diritto di governare una delle grandi regioni del Nord. I riflettori erano stati immediatamente puntati su palazzo Balbi, soprattutto dopo lo stop definitivo al terzo mandato e dunque l’inevitabile fine dell’era di Luca Zaia (che comunque sarà capolista ovunque per la Lega). Ma mollarla per Matteo Salvini significava alimentare uno scontro rischiosissimo con la Liga Veneta, con conseguente indebolimento della sua leadership.

Alla fine nella partita ci è entrata anche la Lombardia che, però, sulla carta va al voto nel 2028. E’ stato allora che Giorgia Meloni ha preteso che da parte dell’alleato ci fosse una presa di posizione ufficiale, messa nera su bianco. Un’ opzione sulla quale però si sono messi di traverso i leghisti della regione guidati dall’attuale segretario Massimiliano Romeo.

Quell’impegno alla fine è arrivato ed è stato Matteo Salvini di fatto a intestarsi l’apertura a Fdi in Lombardia, pur negando uno scambio con il Veneto. La scelta, dice, sarà annunciata “al momento opportuno, riconoscendo il diritto di individuare il candidato presidente, da scegliere con la coalizione, al partito con il più recente maggior peso elettorale in Lombardia precedente le elezioni”. Una frase che, al netto del politichese, fa intravedere anche la possibilità che la regione sia chiamata al voto in anticipo, magari con le Politiche della primavera del 2027. Sottotraccia, resta la trattativa per la legge elettorale che si sarebbe già affacciata nelle interlocuzioni di questi giorni: uno dei nodi è infatti quello dell’eliminazione dei collegi uninominali tanto cari al Carroccio.

Ma se a giustificare tanta tensione sul Veneto c’è la quasi certezza di vincerla e governarla, a generare turbolenze nelle ultime settimane in Campania, (sulla carta una sfida in salita) è stato uno scontro aperto tra Forza Italia e Fdi. Quello di Cirielli è stato da sempre il nome in campo per i meloniani, anche se a un certo punto sembrava si stesse virando su un civico. Anche per evitare di alimentare una narrazione che, in caso di sconfitta contro Roberto Fico, chiamasse direttamente in causa la presidente del Consiglio. Tuttavia, anche sondaggi alla mano, Giorgia Meloni si è convinta che quello del vice ministro degli Esteri fosse il nome giusto.

Quella della giornata di ieri è tuttavia la cronaca di una giornata in cui sono volati gli stracci. Con Fdi che annuncia in solitaria la scelta del nome, Lega e Noi moderati che seguono e Forza Italia che frena chiedendo a Cirielli, attraverso il campano Fulvio Martusciello, di scusarsi per frasi pronunciate in passato contro Silvio Berlusconi. Alla fine, per ricomporre la frattura è stato necessario un incontro che si è tenuto all’ora di pranzo. L’epilogo che riporta il sereno è una nota dell’esponente meloniano che dice di aver sempre stimato il Cavaliere, alla quale ne segue una di Maurizio Gasparri che dà il via libera alla candidatura. Fine della telenovela, almeno per ora. Perchè, come hanno già dimostrato le elezioni regionali che si sono già svolte, la competizione all’ultimo voto tra le liste è appena all’inizio.

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