Manifestazione della Rete coordinata da Libera: gli “ultimi” al Campidoglio insieme a quelli che a loro dedicano la vita. Coreografia dei clochard con 16 parole chiave della protesta: da abitare…, Manifestazione della Rete coordinata da Libera: gli “ultimi” al Campidoglio insieme a quelli che a loro dedicano la vita. Coreografia dei clochard con 16 parole chiave della protesta: da abitare a reddito, da accoglienza a lotta alle mafie Servizi sociali, insegnanti di sostegno, migranti, senzatetto, profughi e persone in emergenza abitativa. Gli “ultimi” in prima persona e quelli che a loro dedicano la vita. Si sono radunati sabato 20 giugno in piazza del Campidoglio a Roma, per un appello alla sindaca Virginia Raggi e all’amministrazione capitolina affinché, dopo l’emergenza Covid, le diseguaglianze non aumentino, in una città dove queste sono già siderali. Diciotto interventi di altrettante fra associazioni e sigle sindacali, fra le quasi 100 che compongono la Rete dei Numeri Pari, coordinata dalla onlus Libera di don Luigi Ciotti. Diciotto appelli per “una città più accogliente”. “Le diverse sollecitazioni a guardare verso la parte più in disagio della Capitale sono andate avanti nel tempo senza essere prese in considerazione”, sentenziano le associazioni nel loro comunicato-manifesto intitolato “Democrazia in Comune”. Un appello che, a un anno dalle elezioni capitoline, “non può essere più disatteso”, spiega il coordinatore della Rete, Giuseppe De Marzo. Sul palchetto allestito sotto la facciata principale di Palazzo Senatorio gli appelli dei tanti rappresentanti dei lavoratori capitolini. Quelli della Roma Multiservizi, il cui futuro è in bilico da mesi in virtù della decisione del Campidoglio di chiudere la società e mettere a bando – seppur con la clausola sociale – la gran parte dei servizi global service ricoperti (pulizie nelle scuole, aree verdi, mense, raccolta rifiuti utenze non commerciali). Quelli della Farmacap, altra municipalizzata da anni sull’orlo del fallimento, che gestisce le farmacie comunali con prezzi calmierati nei quartieri meno abbienti. C’erano i lavoratori cosiddetti Aec, in pratica gli insegnanti di sostegno per i ragazzi con disabilità ,, Continua a leggere su: Ilfattoquotidiano.it
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