Il presidente, spodestato nel 2019, è già in carcere, condannato per corruzione: ora verrà giudicato anche per il colpo di Stato del 1989, L’ex “uomo forte” del Sudan, Omar al-Bashir, deposto con una rivolta popolare lo scorso anno, è sotto processo per il colpo di Stato militare che lo ha portato al potere più di tre decenni fa. Bashir, 76 anni, è già dietro le sbarre per corruzione. Ma stavolta potrebbe essere condannato alla pena di morte per il suo golpe del 1989 contro il governo democratico eletto del premier Sadek al-Mahdi. Il processo è aperto stamattina nella capitale contro l’ex capo di Stato e altri 16 accusati: arriva mentre il governo di transizione ha avviato una serie di riforme per consolidare la democrazia e riportare pienamente Khartoum nella comunità internazionale. Il Sudan è in gravi difficoltà, dopo anni di isolamento totale, e secondo le agenzie dell’Onu (Fao e Wfp) è fra i Paesi più a rischio di crisi alimentare per le conseguenze della pandemia. Il governo sudanese è impegnato a consegnare Bashir alla Corte penale internazionale perché risponda delle accuse di crimini di guerra e genocidio legato al conflitto in Darfur, che ha causato la morte di 300.000 persone e milioni di sfollati. È la prima volta nella storia moderna del mondo arabo che il protagonista di un colpo di Stato viene processato, anche se l’uomo considerato il vero ideatore del golpe, Hassan al Turabi, è morto nel 2016. Bashir e gli altri imputati, dieci militari e sei civili, sono accusati di aver pianificato il colpo di Stato del 30 giugno 1989 quando l’esercito arrestò i leader politici del Sudan, sospese il Parlamento e altri organi statali, chiuse l’aeroporto e annunciò il putsch alla radio. Bashir, in seguito elevato al rango di generale, rimase al potere per 30 anni prima di essere rovesciato l’11 aprile dell’anno scorso dopo diversi mesi di dimostrazioni di strada. , Continua a leggere su: La Repubblica
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