Milano, 3 giu. (askanews) – “La motivazione che mi ha spinto a ricongiungerli tutti è che, altrimenti, questa ricca serie di articoli, che coprono una moltitudine di aspetti del mondo del vino, non sarebbe mai stata letta insieme. E io credo in realtà che siano fatti l’uno per l’altro”. Con queste parole il noto critico enologico londinese Jamie Goode introduce “Sul vino” una raccolta pubblicata da Edizioni Ampelos di numerosi suoi scritti quasi tutti inediti nel nostro Paese. Si tratta per la maggior parte di versioni riviste di pezzi originariamente pubblicati da alcune delle riviste internazionali (dal Portogallo al Sud Africa alla Francia) con cui questo instancabile cronista, docente, giudice e autore di diversi libri sul vino affronta alcune delle questioni chiave del settore.
Un’antologia di 42 saggi molto brevi, ciascuno dei quali affronta un tema specifico legato al mondo del vino, trattando con un taglio originale e la sincerità e la chiarezza tipica della critica anglosassone (talvolta un po’ penalizzate dalla traduzione), numerosi argomenti che spaziano da aspetti tecnici passando per la viticoltura (terroir, innesti, fortificazione, ecc) fino al consumo, dalla critica alle problematiche del mercato. Il suo è, come sempre, un approccio che, anche quando è ironico, invita a ragionare criticamente, talvolta mettendo in discussione (pre)concetti e abitudini consolidate. Questo senza dover ricorrere ad una costruzione sintattica elaborata, al contrario preferendo un approccio sempre molto diretto e un tono informale. Un marchio di fabbrica del critico britannico di cui l’editore di Casarano (Lecce) aveva già pubblicato “Il vino perfetto”.
Con alle spalle un dottorato in Biologia vegetale e un passato di redattore scientifico, Goode ha dato via nel 1996 ad al suo blog dedicato al vino, che tre anni dopo è diventato “wineanorak.com”, divenuto un punto di riferimento per gli appassionati.
Il libro, 200 pagine assai agili e da poco uscito nella collana “La comunicazione del vino”, ha una grafica accattivante ed è illustrato con alcune fotografie in bianco e nero realizzate dallo stesso autore, da anni editorialista del “The Sunday Express”, quotidiano domenicale dello storico quotidiano inglese “Daily Express”.